HELLAS news... + - =
LE ULTIME SUL CALCIOMERCATO DELL'HELLAS Tutti i 'rumors' del web e la lista continuamente aggiornata dei nomi che 'girano' in entrata ed in uscita attorno al VERONA:
RINNOVO PER GROSSI: HELLAS e SIENA hanno rinnovato la partecipazione per l'esterno offensivo poco fortunato nella passata stagione scaligera conclusa con il prestito alla PRO VERCELLI
SASSUOLO E VERONA ALL'INSEGUIMENTO DI FOSSATI gioiellino 20enne di proprietà MILAN che nell'ASCOLI è stato artefice di una gran stagione (tanto da essere stato nominato il miglior giovane della B da Sky.it).
SOGLIANO lo vorrebbe in comproprietà, gli emiliani anche solo in prestito: La situazione si evolverà nei prossimi giorni...
TEMPOREGGIARE LAVORANDO 'SOTTOTRACCIA' sembra essere l'inciso per molti diesse ben consci del fatto che al momento i prezzi sono ancora alti e molte 'caselle' in varie squadre si andranno a riempire da metà Agosto in poi generando a loro volta altri spostamenti che coinvolgeranno la maggioranza dei club calcistici italiani ad ogni livello.
Il diesse scaligero stà alla finestra in attesa di vedere come evolverà la situazione dell'esterno destro PISANO, le probabili buste con la TERNANA per DIANDA, se YEPES e TONI potrebbero fare al caso dell'HELLAS nonostante la non più verde età e se KOZAK ed IMMOBILE saranno sempre così 'inarrivabili' come sembra essere attualmente...
Difficilissimo che dal PALERMO arrivi BARRETO fortemente voluto dal nuovo tecnico rosanero per una pronta risalita nella massima serie così come il difensore KURTIC per il quale i siciliani chiedono molto.
E poi ci sono ancora in ballo le questioni PEREZ svincolato dal BOLOGNA e LOPEZ alla ricerca di minutaggi che la ROMA non gli può attualmente garantire...
...Era nell'aria ma, a due giorni dalle risoluzioni delle comproprietà il 20 Giugno prossimo, è anche ufficiale: L'HELLAS VERONA ha fatto valere il proprio diritto di riscatto sulle metà dei cartellini di MARTINHO (dal CATANIA), LANER (dall'ALBINOLEFFE) e BIANCHETTI (dall'INTER) nonchè sull'intero cartellino di AGOSTINI che diventa completamente gialloblù grazie ai precedenti accordi stilati col TORINO.
'JOLLY' DONATI DAL PALERMO: L'ex MILAN classe '81 cresciuto nell'ATALANTA e dal 2012 al PALERMO non ha avuto dalla carriera quanto di buono prometteva a livello giovanile ed è all'ultimo anno di contratto coi rosanero appena retrocessi... Corrisponderebbe al tipo di giocatore che piace al diesse e al mister: Capace di ricoprire praticamente tutti i ruoli della mediana e di giocare anche da terzino all'occorrenza, Massimo potrebbe voler concludere la propria carriera con una squadra ed un ambiente che ha fame e dove potrebbe partire da titolare...
TROPPO FORTI GLI SPAGNOLI PER L'UNDER 21 AZZURRA che non è stata nemmeno fortunata e ha subito un rigore forse... 'Generoso'; giusta comunque la vittoria degli avversari che si sono dimostrati nettamente superiori quanto a livello tecnico.
Buona la gara dello scaligero BIANCHETTI autore dell'assist per il momentaneo pareggio di IMMOBILE...
DECISA LA SEDE DEL RITIRO PER L'HELLAS DI SERIE A, tutti in Val Ridanna (Alto Adige)! Raduno e visite mediche dal 10 al 13 Luglio, dal giorno dopo al 28 ritiro montano...
BELLA INIZIATIVA DELL'ASD EX CALCIATORI HELLAS VERONA che porterà dei bimbi palestinesi in 'ritiro' a San Zeno di Montagna per una settimana...
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IN BREVE A PIÉ PAGINA + - =
LEGA PRO: Il presidente del LECCE convoca un allenamento 'punitivo' dopo la mancata promozione dei salentini ma in 9 presentano certificato medico e disertano!
SERIE B: L'ottimismo di patròn ZAMPARINI 'In ITALIA non c'è un Euro, è un mercato da poveracci, e il calcio stà meglio del paese...'
CALCIO BRASILE: ADRIANO ci riprova con l'INTERNACIONAL ma non gioca una gara ufficiale da Aprile dello scorso anno...
MOTOCICLISMO: La pilota jesina si è risvegliata dal coma dopo il gravissimo incidente subito e la conseguente paralisi irreversibile agli arti inferiori 'Non sento le gambe ma voglio continuare a correre' dice Alessia...
PLAYOFF LEGA PRO: Il LECCE manca la promozione e gli ultrà trasformano i pressi dello stadio di Via del Mare in una zona di guerra!
CONFEDERATION CUP BRASILE 2013: Buon esordio della nazionale azzurra contro il MESSICO, PIRLO ha aperto le marcature con una punizione 'chirurgica' nel sette, i sudamericani hanno pareggiato su rigore causato da un pasticcio difensivo di BARZAGLI ma a pochi minuti dalla fine un dirompente BALOTELLI ha regalato la vittoria all'ITALIA!
MOTOGP: Al Montmelò dominano gli spagnoli con la tripletta LORENZO, PEDROSA, MARQUEZ sul podio e Vale ce l'ha con BAUTISTA...
Crociera HV # Destinazione Hellas | Crociera HV # day 5: Sandro Mazzola | Crociera HV # day 6: Daniele Cacia |
RASSEGNA STAMPA + - =
Speciale Calciomercato: Hellas Verona
Scritto da Daniele Gubbiotti il 18 giugno 2013 alle 08:52.
Speciale Calciomercato è il nostro approfondimento sull’estate delle 20 squadre di Serie A: tutti gli acquisti, tutte le cessioni, gli obiettivi di mercato, le probabili formazioni e le dichiarazioni dei protagonisti. Gli articoli sono suddivisi per squadre, questo è l’approfondimento dedicato all’Hellas Verona.
Il primo obiettivo dell’Hellas Verona è quello non essere subito risucchiati nel vortice della retrocessione, destino crudele ma non infrequente delle neopromosse nella massima Serie. Certo non sarà facile centrare al primo colpo il bersaglio, ma la società e la dirigenza hanno le idee chiare e lo dimostra l’assetto che sta prendendo la squadra veneta, ansiosa di disputare un campionato al di sopra delle aspettative. I reparti che hanno maggior bisogno di rinforzi sembrerebbero essere al momento quelli della retroguardia estrema, dove Neto sembra essere in pole per gli obiettivi dell’Hellas, e del centrocampo, con Lanzini e Bjarnason che fanno gola, però, non soltanto al Verona. In attacco e in difesa qualche colpo sarà fatto senz’altro, ma, probabilmente, in modo più mirato e senza stravolgere troppo la struttura della squadra.
ACQUISTI:
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CESSIONI:
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OBIETTIVI:
Neto (p – Fiorentina), Pegolo (p – Siena), Sacoman (d – Ponte Preta), Sorensen (d – Bologna), Yepes (d – Milan), Lanzini (c – River Plate), Bjarnason (c – Pescara), Seferovic (a – Fiorentina), Castillo (a – Universidad Catolica), Paulinho (a – Livorno), Ebagua (a – Varese), Nico Lopez (a – Roma).
OGGI GIOCHEREBBE COSÌ:
(4-3-3): Rafael; Cacciatore, Maietta, Moras, Agostini; Laner, Jorginho, Halfredsson; Gomez Taleb, Cacia, Sgrigna. All. Mandorlini.
FONTE: MondoPallone.it
Se Vicenza piange Verona se la gode e indica la strada
IL FUTURO. I biancorossi giù mentre in riva all'Adige la A raddoppia. Concordano i pareri di chi ha lavorato nelle due città È partita dalla società la scalata gialloblu dalla C1
Annus horribilis. Non ci sono altre parole per sintetizzare efficacemente che cosa rappresenti il 2013 per il calcio vicentino. Proprio nell'anno in cui il pallone all'ombra dei Berici rotola mestamente ai suoi minimi storici, con il Vicenza (unica squadra professionistica della città) precipitato in Lega Pro e alle prese con una cronica carenza di risorse, una cinquantina di chilometri più ad ovest si celebra giustamente una stagione trionfale. Verona, infatti, può vantare due squadre in serie A, grazie alla salvezza del Chievo e alla promozione dell'Hellas, ma non basta. Va doverosamente registrata anche l'impresa della Virtus Vecomp, terza formazione della città scaligera, che al termine di un'entusiasmante scalata nei playoff di serie D ha battuto 3-1 la Casertana e si è meritata l'approdo nel calcio professionistico con la promozione in Seconda Divisione. Tre squadre professionistiche e in piena salute sotto l'Arena, solo una e pure in difficoltà sotto la Basilica Palladiana. Come si può spiegare una differenza così abissale e dolorosa per ogni tifoso biancorosso? ...
FONTE: IlGiornaleDiVicenza.it
Hellas Verona è di nuovo in Serie A
17-06-2013 - Pamela De Mori
La squadra principale di Verona torna nella massima serie dopo 11 anni.
Maggio 2002, Piacenza – Verona 3-0: i gialloblù dell'Hellas Verona retrocedono nella serie cadetta dopo sole tre stagioni, passate tra un campionato scintillante alla guida dell'allor giovane Cesare Prandelli, un campionato thrilling con annessa salvezza miracolosa a Reggio Calabria sotto la guida di Attilio Perotti, ed una stagione vissuta in zona uefa nella prima parte ma conclusa con un crollo verticale nel girone di ritorno e culminata con quel fatidico 5 maggio (Alberto Malesani in panchina).
Fine estate 2013: undici anni dopo l'Hellas Verona ritrova la massima serie.
Undici lunghi anni passati tra campionati anonimi di serie b (se si esclude la stagione 2004-2005 con Massimo Ficcadenti sulla panchina e la serie a quasi sfiorata) sfociati con la retrocessione nell'allora serie c1, diventata poi Lega Pro – prima divisione, nella stagione 2006-2007. Da quell'evento gli anni più bui della storia del centenario Hellas, anni passati tra problemi societari, lo spareggio per non retrocedere a Busto Arsizio, il rischio del fallimento, la serie b mancata sul finale nella stagione 2009-2010.
L'anno della svolta il successivo, 2010-201: le premesse non sono buone, il tecnico Giuseppe Giannini naufraga nel nuovo assalto alla serie b e dal 9 novembre 2011 la società trova la brillante idea di fargli subentrare Andrea Mandorlini, il quale con un recupero formidabile riesce ad acciuffare nel finale di stagione i play-off e successivamente a vincerli, a Salerno, riportando l'Hellas in una categoria più consona.
Ne susseguono due stagioni di serie B esaltanti, dove il condottiero Andrea (entrato ben presto nei cuori veronesi) porta squadra e città vicina al sogno del pronto ritorno in massima serie già nella prima stagione, da outsider…sogno solo rimandato di una stagione, 18 maggio 2013, Verona – Empoli 0-0: è il punto che basta per la certezza del ritorno tra i grandi d'Italia.
Undici anni dopo, tra dolore, passione e gioia l'Hellas Verona ritrova la massima serie.
In poche stagioni cambiano così gli avversari; si passerà dal Sorrento al Milan, dal Foligno alla Juve, dal Pergocrema all'Inter: altra musica, altro spettacolo.
L'Hellas è abituato a farlo in campo e specialmente sugli spalti, dove il fedele pubblico gialloblù non ha mai fatto mancare il supporto carico di passione nemmeno negli anni bui della Lega pro, con una media spettatori sempre superiore le 10.000 unità, che avrebbero messo lo stesso pubblico davanti a molti club di serie a degli ultimi anni come media spettatori.
Il ritorno nel grande calcio è anche merito dell'imprenditore Giovanni Martinelli, colui che ha salvato l'Hellas dal fallimento e riportato nella serie cadetta, ma specialmente della nuova società, insediatasi all'inizio di quest'ultima stagione, con a capo Maurizio Setti, imprenditore bolognese, il quale ha riportato dopo troppi anni una società organizzata come da tanto non si vedeva, con tutti gli uomini al posto giusto (Sogliano ds, Gardini dg), riuscendo a far avvicinare al marchio Hellas Verona un importante sponsor del calibro di Nike, finora sponsor di solo top club.
Insomma, tutto è pronto per il ritorno nel grande calcio dell'Hellas Verona, con un'intera città pronta a cantare e a sostenere "la più grande squadra che il Mondo ha visto mai".
FONTE: SuperMoney.eu
EURO UNDER 21, TRIONFA LA SPAGNA: 4-2 AGLI AZZURRINI DI MANGIA
Martedì 18 Giugno 2013
ROMA - Pur con le attenuanti del caso (vedi rigore generosissimo concesso alla Spagna per il gol del momentaneo 3-1), l'Italia ha dovuto inchinarsi ad una squadra decisamente superiore.
Non è bastato l'impegno, gli spagnoli si sono dimostrati superiori per tutto il corso della gara. Dopo il vantaggio di Thiago Alcantara (autore oggi di una strepitosa tripletta), il pareggio di Immobile aveva illuso gli azzurrini di Devis Mangia, ma poi ha prevalso il maggior tasso tecnico (e non solo) degli iberici. Il 2-1 è frutto di un brutto errore di Caldirola, il 3-1, come detto, di un regalo dell'arbitro. L'Italia ha tentato una reazione nel secondo tempo, ma non è bastato: al 65' nuovo rigore per la Spagna e Isco batte Bardi, prima del gol del definitivo 4-2 di Borini.
Al di là del divario tra le due squadre, il dato più lampante è una constatazione che deve far riflettere: molti dei giocatori spagnoli quest'anno hanno disputato da titolari campionato e Champions League, mentre l'intera difesa italiana era composta da giocatori titolari sì, ma solo in serie B. Il solito, italico difetto a cui non è stato ancora posto rimedio.
I GOL
6 ' - Azione impeccabile della Spagna, che si porta in vantaggio con Thiago Alcantara. Morata penetra sulla sinistra e crossa in mezzo per il compagno di squadra, che, lasciato solo, insacca di testa alle spalle di Bardi.
10' - GOL IMMOBILE! Strepitosa rete dell'azzurrino, servito magistralmente da Bianchetti sul limite del fuorigioco. Grande controllo e pallonetto alle spalle di De Gea.
34' - Thiago Alcantara intercetta un pallone al limite dell'area, su suggerimento di Koke, riesce a girarsi e tira in porta. Il pallone finisce tra le gambe di Bardi, che riesce solo a deviarlo.
37' - RIGORE PER LA SPAGNA, trasforma ancora Thiago Alcantara, che tira al centro. Bardi tocca con un piede, ma la palla finisce dentro. Il fallo era stato più che dubbio: Donati era intervenuto su Tello nettamente in anticipo sul pallone. Entrambi, poi, erano caduti quando il pallone era già lontano.
65' - RIGORE PER LA SPAGNA, con Montoya atterrato da Regini. Questa volta non ci sono dubbi e dal dischetto non va Alcantara, bensì Isco, che spiazza comunque Bardi.
80' - GOL BORINI! Quando ormai è troppo tardi per pensare ad una rimonta, l'Italia accorcia le distanze con Fabio Borini. L'attaccante del Liverpool batte De Gea dal limite dell'area con un preciso rasoterra su assist di Insigne.
FONTE: Leggo.it
19.06.2013
La giovane Spagna fa sfracelli: l'Under 21 travolta da un poker
La Spagna è campione d'Europa Under 21 per la quarta volta nella sua storia. Battendo l'Italia a Gerusalemme per quattro a due, gli uomini di Lopetegui si sono così aggiudicati il secondo titolo consecutivo. Alla vigilia della gara erano in molti a dare favorita la Spagna, compresi i bookmaker che quotavano il successo azzurro nei 90 minuti addirittura a cinque. Mai pronostico è sembrato più azzeccato fin dall'avvio visto che la resistenza azzurra alle offensive iberiche è durata appena 6 minuti: Morata è stato bravo ad affondare sulla sinistra e a pennellare un cross per Thiago Alcantara che, incomprensibilmente lasciato solo, non ha dovuto far altro che spingere la palla in rete con un facile colpo di testa. Al primo vero acuto azzurro è stato però Immobile a riaccendere le speranze per l'Italia: al 10' un gran lancio di Bianchetti ha innescato il bomber di Sorrento che è stato abilissimo ad aggirare la difesa spagnola agganciando al volo la sfera e a superare De Gea con un pregevole pallonetto.
Primo gol subito dalle Furie Rosse in questa rassegna continentale. Dopo un paio di nitide palle gol salvate da altrettante parate di Bardi è stata ancora l'Italia a presentarsi dalle parti di De Gea: al 25' Florenzi ha puntato la porta spagnola, ha scavalcato un difensore spagnolo con un sombrero e poi ha 'sparatò di sinistro verso la porta trovando l'opposizione del portiere. Al 31' nuovo vantaggio spagnolo con Thaigo Alcantara: l'attaccante nato a Brindisi (quando il papà, Mazinho, giocava nel Lecce) è stato bravo a battere di sinistro imbeccato dalla corsia mancina da Koke. Bardi è riuscito solamente a toccare ma non a respingere. Al 37' è stato invece l'arbitro Jug a indicare il dischetto del rigore per un'entrata di Donati su Tello contestata da tutto il clan azzurro. Dagli undici metri si è presentato ancora Thiago Alcantara che ha spiazzato Bardi mettendo il pallone alla sua sinistra. Quasi assicurata la coppa nei primi 45 minuti, la Spagna ha un pò anestetizzato la sfida in avvio di ripresa, evitando di esporsi troppo alle offensive degli azzurrini.
Dopo neanche un quarto d'ora della ripresa, il tecnico Mangia ha rischiato il tutto per tutto buttando dentro Gabbiadini e Saponara per Immobile e Florenzi in una sorta di 4-2-4. A nulla è valso il tentativo di rimonta dell'Italia perchè a cancellare le ultimi flebili speranze azzurre è stato ancora un calcio di rigore, stavolta fischiato per fallo di Regini su Montoya. Dal dischetto al 21' si è presentato Isco che ha realizzato mettendo palla da una parte e portiere dall'altra. La reazione d'orgoglio dell'Italia è però arrivata a dieci minuti dalla fine quando una bella triangolazione tra Borini e Insigne è stata finalizzata dal primo che, con un destro rasoterra dalla distanza, non ha lasciato scampo a De Gea. Un gol che ha rianimato anche il ct Mangia, nuovamente scattato in piedi davanti alla propria panchina, ma che nulla è valso al fine dell'esito di una gara che nel finale è stata interrotta più volte a causa di alcune invasioni di tifosi tra cui due bambini.
18.06.2013
L'Hellas va a caccia di «esperienza»
AL LAVORO. Riscattata la metà di Martinho, Bianchetti e Laner. Il cartellino di Agostini adesso è tutto gialloblù Sogliano ha imbastito una trattativa con il Novara Sul tavolo Grossi e Carrozza per arrivare all'argentino
Donati più Gonzalez. Talento e fame. Piste solide, già percorse qualche giorno fa con tanto di incontri e prime conferme. Il Verona vuole entrambi, tutti e due reduci da stagioni in chiaroscuro e proprio per questo smaniosi di recuperare il tempo perduto. Massimo Donati è retrocesso col Palermo, dopo aver ricoperto tutti i ruoli del centrocampo ed essere indietreggiato anche in difesa. Pablo Gonzalez è uomo da 4-3-3, freccia argentina fra le più letali in Serie B ma coinvolto nell'inizio negativo del Novara e solo a sprazzi capace di mostrare il suo miglior repertorio. Ci riuscì al Bentegodi, soprattutto nel finale. E quasi vinceva la partita da solo. Sean Sogliano ieri ha lavorato in parallelo anche per i riscatti. Il Verona ha ufficialmente la metà di Bianchetti dall'Inter, di Martinho dal Catania, di Laner dall'Albinoleffe e tutto il cartellino di Agostini dal Torino. Tutto come previsto.
ESPERIENZA E CLASSE. Donati è stato a lungo uno dei prospetti migliori del calcio italiano, preso dal Milan dopo anni superbi all'Atalanta. Il Palermo l'ha messo nella lista dei partenti e non può chiedere molto, dato che il suo contratto scade fra un anno. L'Hellas ha prima osservato da vicino il contesto e poi affondato i colpi. Donati viene da un campionato importante, nonostante il risultato finale. È andato a sprazzi invece Gonzalez, argentino di classe certa certamente sprecato per la cadetteria, dove ha fatto la differenza spesso e volentieri quando la squadra girava attorno a lui. È andato abbondantemente in doppia cifra, firmato in tutto 14 gol e dimostrato di valere la categoria superiore. Di chiavi per arrivare a Gonzalez ne ha tante Sogliano. A partire da Paolo Grossi, con cui il Verona rinnoverà la comproprietà col Siena. Ci sarebbe anche Alessandro Carrozza, legato all'Hellas da un altro anno di contratto e probabile partente. E c'è la metà di Andrea Cocco, altra carta da mettere sul tavolo della trattativa. In teoria nel pacchetto non è da escludere nemmeno Thomas Pichlmann, che lo Spezia non riscatterà ma di cui ha già chiesto notizie il Perugia per un campionato d'alto livello in Prima Divisione. Proprio l'attacco sta scaldando i motori del mercato, anche se i tempi delle punte sono sempre molto lunghi. Toni è un'idea da prendere in considerazione solo in zona Cesarini, Kozak è obiettivo ambizioso. Più abbordabile anche se non facile da raggiungere Haris Seferovic, che la Fiorentina manderà in giro a maturare e che a Verona ritroverebbe proprio Gonzalez, suo compagno di squadra a Novara.
KURTIC NEL MAZZO. A Palermo non c'è solo Donati. Qualche informazione in più Sogliano l'ha chiesta anche su Jasmin Kurtic, fra i migliori col Varese nella semifinale playoff col Verona di due anni fa e giocatore dai colpi giusti anche in Serie A. Non è operazione semplicissima però, il Palermo non chiede esattamente due lire. Ancora più alto il gradimento dell'Hellas per Edgar Barreto, mediano tutto carattere che Sogliano prese dall'Atalanta proprio per il suo Palermo. La strada per lui è però sbarrata in partenza, Gattuso l'ha considerato uno dei pochi incedibili della rosa e il paraguaiano ha accettato di scendere in Serie B, forte anche di altri tre anni di contratto. Per questo Sogliano tiene sempre d'occhio Michael Bradley, muscoli e cervello per la mediana anche se legato alla Roma da altri tre anni di contratto che l'americano ora come ora avrebbe tutta l'intenzione di voler rispettare. In ballo c'è sempre Diego Perez, centrale di metà campo dell'Uruguay che domenica sera ha però a lungo girato a vuoto davanti ai mostri della Spagna in Confederation Cup. È svincolato dal Bologna, ma il suo ingaggio di quasi un milione a stagione non è esattamente un invito a fargli un colpo di telefono. A Palermo intanto hanno lasciato perdere Daniele Cacia, destinato a prolungare col Verona e a giocarsi una maglia da titolare in Serie A. Non a caso il Palermo si è buttato deciso su Ardemagni, pezzo pregiato per il quale l'Atalanta vuole chiedere in cambio proprio Donati. Altro intreccio che Sogliano proverà a sciogliere da par suo.
Alessandro De Pietro
18.06.2013
Tutti in raduno il 10 luglio Poi il ritiro in Val Ridanna
Il Verona ha scelto la Val Ridanna. La minuscola valle dell'Alto Adige - appena 18 chilometri - attorno a Vipiteno ospiterà l'Hellas dal 14 al 28 luglio per il ritiro precampionato. L'inizio della stagione non è così lontano, le vacanze volano via e presto sarà ora di ricominciare. Il Verona si radunerà in sede mercoledì 10 luglio e sosterrà le prime sedute di allenamento e le visite mediche nei tre giorni successivi prima di salire sul pullman e raggiungere la Val Ridanna, a lungo location scelta dal Bari. La valle, che prende il posto di Santa Cristina di Val Gardena dove il Verona si è insediato un anno fa, è nota per le sue bellezze naturali ed il giacimento minerario di Ridanna-Monteneve, il più a lungo produttivo dell'arco alpino da cui si estraeva argento già dalla fine del 1.100. Numerosi gli impianti, quasi tutti intatti, fra la Val Ridanna e la Val Passiria, ritiro estivo ai tempi del Verona di Piero Arvedi. La miniera didattica di Masseria dà anche un'idea della dura vita dei minatori.
GLI ABBONAMENTI. L'Hellas è pronto ai nastri di partenza. Già domani la società presenterà la campagna abbonamenti, particolarmente attesa dai tifosi per il ritorno in Serie A dopo undici lunghi anni e le 11.564 tessere staccate la scorsa estate. «Arriveremo a ventimila, ci metto la mano sul fuoco. Verona risponderà ancora una volta alla grande, come ha dimostrato la passata stagione in Serie B», si è sbilanciato nei giorni scorsi Daniele Cacia, sicuro dell'entusiasmo del popolo dell'Hellas e di un Bentegodi che mai come stavolta dovrà diventare il dodicesimo uomo in campo e che finalmente rivedrà da vicino le grandi sfide con Milan, Juventus, Inter, Roma, Lazio e il derby col Chievo. La conferenza stampa, a cui interverrà il direttore generale Giovanni Gardini, si terrà dalle 11.30 nella sala stampa dello stadio Bentegodi.
PALÙ IN FESTA. L'Hellas va in A e il Calcio Club Palù organizza tre giorni di festa per divertirsi con il Verona. Si comincia venerdì 21 giugno, alle 20. Si balla con Michaela e i Magnifici poi grande cuccagna. Sabato 22 musica afro con Gege e Morgan, domenica 23 musica Anni 70 con il gruppo La Storia.
A.D.P.
18.06.2013
Agsm tifa sempre Hellas «È stato un successo»
SPONSORIZZAZIONI. Confermato l'accordo per la prossima stagione: occasione di visibilità
Paternoster: «Impegno di 275mila euro, come l'anno scorso. Per essere main sponsor servivano 1,5 milioni: non ci sembrava etico»
Squadra che vince non si cambia. Un proverbio che tutti conoscono: sportivi e tifosi, più o meno superstiziosi, a cominciare da quelli che militano al terzo piano del palazzo di Agsm in lungadige Galtarossa, dove si trovano gli uffici di presidenza della multiutility cittadina. Se poi la squadra in questione, l'Hellas Verona, oltre a vincere passa dalla serie B alla A, l'accordo di sponsorizzazione per la prossima stagione è già scritto. Non ufficialmente, perché la firma non c'è ancora, ma a parole sì. «Abbiamo deciso di continuare il percorso già avviato nella stagione 2011-2012, che ha permesso di diffondere un'immagine di Agsm come azienda dinamica e veloce», spiega Paolo Paternoster, presidente della società che fornisce energia elettrica e gas. «Quest'anno la sponsorizzazione ci ha portato 1.300 nuovi clienti, garantendoci un'importante visibilità sulle principali testate di stampa locale e nazionale: il brand Agsm è stato citato circa 400 volte durante il campionato. Inoltre, grazie alle riprese delle tv nazionali il nostro logo è stato visto in tutta Italia, senza contare che siamo stati invitati a partecipare alle trasmissioni radio e tv delle emittenti locali».
Una decisione destinata a sollevare immancabili polemiche, perché tra i veronesi c'è chi non apprezza che i soldi pubblici – Agsm è una società partecipata dal Comune – vengano utilizzati per sostenere una squadra sportiva, peraltro a discapito di altre. Ma i vertici di Agsm sono decisi a proseguire per la propria strada. «Il rapporto Agsm-sport non riguarda solo l'Hellas, ma anche decine di altri team», precisa il direttore generale di Agsm Giampietro Cigolini. «Noi sponsorizziamo anche la Tezenis, la Marmi Lanza, il calcio a cinque, la squadra femminile di calcio: tutto ciò rientra nella positività che Agsm riversa sul territorio». Ma veniamo ai numeri. A quanto ammonterà l'impegno della multiutility cittadina per la prossima stagione gialloblù? «Il primo anno la sponsorizzazione è stata di 350 mila euro, il secondo di 275 mila, cifra che verrà confermata anche per la prossima stagione», rivela Paternoster. «Per essere main sponsor in A sarebbe servito un investimento di 1,5 milioni di euro, ma non lo abbiamo ritenuto opportuno, soprattutto da un punto di vista etico: il nostro brand sarà presente sulla maglia sia nelle partite in casa, che in trasferta e, seppur più piccolo, ci garantirà una buona visibilità». Novecentomila euro in tre anni, trasferiti dalle casse di Agsm a quelle dell'Hellas.
E il ritorno economico? «Nella stagione 2012-2013 abbiamo sottoscritto 1.300 nuovi contratti luce-gas con offerta Hellas, tutti nuovi clienti che sono passati da un altro operatore ad Agsm», spiega Federico Girotti, responsabile Marketing di Agsm. «Inoltre, abbiamo dato la possibilità di rateizzare l'abbonamento Hellas sulla bolletta Agsm, di cui hanno usufruito in 200». Se la sponsorizzazione ha spinto parecchi tifosi gialloblù a scegliere Agsm, c'è stato anche chi per questo motivo ha scelto di andarsene. «C'è chi decide di cambiare operatore, ma non possiamo sapere per quale motivo», prosegue Girotti. «Quando è partita la campagna gialloblù non abbiamo rilevato variazioni sensibili: il saldo complessivo è di 330 mila clienti, in crescita del 2% negli ultimi dodici mesi». Scende più nei dettagli Paternoster. «Ogni nuovo cliente vale 250-300 euro, che moltiplicati per i 1.300 nuovi contratti danno 325 mila euro, ben più di quanto investito. L'impegno degli anni scorsi ci ha consentito di essere presenti anche la prossima stagione in A: se non avessimo avuto un rapporto in corso, la cifra richiesta sarebbe stata almeno il doppio».
Manuela Trevisani
17.06.2013
Bianchetti in finale anche per l'Hellas
APPUNTAMENTO CON LA STORIA. Domani in campo con gli Azzurrini. Dopo la buona prestazione in semifinale con l'Olanda il difensore gialloblù aspetta la sfida con la Spagna per conquistare il titolo europeo Under 21
Matteo Bianchetti sembrava superato per il grande calcio. Altro che l'Under 21, la finale con la Spagna, una maglia azzurra da titolare e la Serie A con il Verona. Uno dei difensori più promettenti d'Italia ad un certo punto era finito nel dimenticatoio, mandato dall'Inter a popolare la Primavera del Varese, dopo il fallimento societario del Como con cui aveva cominciato e la parentesi successiva al Corsico. A volte però i successi nascono dal nulla. E soprattutto quando meno te l'aspetti. Basta avere le motivazioni giuste. E Matteo ne aveva in abbondanza.
ANTICIPO SECCO. C'è un motivo ben preciso per cui Sean Sogliano a gennaio bussò alla porta dell'Inter e si prese di fatto già allora la metà di Bianchetti, il cui riscatto sarà la più elementare delle operazioni. C'era proprio Sean tre anni fa a Varese, quando Matteo era uno dei tanti scarti di una Primavera che contro ogni pronostico arrivò a giocarsi la finalissima per lo scudetto contro la Roma di Alberto De Rossi, papà del Daniele nazionale. Bianchetti era una delle numerose seconde o terze scelte dell'Inter, diventato in un attimo punto fermo di quella squadra che perse il titolo italiano nei supplementari (3-2) per la tripletta di Montini, dopo essere stata in vantaggio due volte ed essere stata raggiunta a quindici secondi dalla fine dei tempi regolamentari. Nella Roma c'era anche Florenzi. Bianchetti, di quel Varese, era il capitano. Gli bastarono poche settimane per meritarsi la fascia al braccio. Questione di maturità.
AMORE A PRIMA VISTA. E dire che Mangia l'aveva accolto con un certo scetticismo, perplesso dopo aver visto Matteo esprimersi non esattamente al meglio in una partita decisiva nella fase decisiva del campionato Allievi Nazionali con l'Inter qualche mese prima. A convincerlo ci aveva pensato Roberto Samaden, direttore del settore giovanile dell'Inter che ha dato all'Under 21 tutta la difesa fra Bianchetti, Bardi, Caldirola, Braghi e Donati. «Se dovessi scegliere uno su cui puntare fra i cinque direi proprio Bianchetti», le parole di Samaden qualche giorno fa, condivise anche da molti altri fra direttori sportivi e agenti. E adesso mentre tutti si affannano ad accaparrarsi questo o quel talento il Verona ha già in casa quel che voleva. Il valore di Bianchetti cresce a vista d'occhio e di giorno in giorno. Inamovibile nello scacchiere di Mangia. Titolare con Inghilterra, Israele e nei quarti sabato con l'Olanda. A riposo solo con la Norvegia, quando la qualificazione alle semifinali era già in cassaforte.
INVESTITURA PURA. Sogliano ha sempre avuto un debole per Bianchetti. «Ha qualità, motivazioni e la testa giusta. Sarà uno dei punti fermi del Verona del futuro», disse Sean il giorno della presentazione del suo gioiello appena arrivato da Appiano Gentile, dove era diventato un pupillo di Andrea Stramaccioni e il ragazzone di belle speranze che tanti campioni avevano messo sotto la propria ala protettiva. Da Zanetti a Samuel, il suo riferimento assoluto. Sogliano ha seguito gli Europei di Bianchetti, palestra preziosissima per acquisire esperienza internazionale e incamerare presenze di spessore in una Nazionale in cui sono tutti più vecchi di lui. Non facile per uno del 1993 stare al passo con gente anche del '90, non proprio semplicissimo dimostrare tutta quell'autorevolezza dopo una stagione trascorsa più a prendere appunti che a vedere il campo da protagonista, chiuso da Maietta, Moras e Ceccarelli. «Una fase importante della sua carriera e per la sua crescita. Positivo anche per noi vederlo a livelli così alti», raccontava Sogliano appena rientrato dal Sudamerica, anche lui incuriosito dai margini di miglioramento di un prospetto su cui il Verona ha puntato con grande decisione. Vent'anni e il piglio del veterano, freddo e sicuro come il più affermato dei giocatori. Bianchetti guiderà domani l'Italia contro la Spagna che tutti temono, contro i più forti di tutti. L'Hellas risponde presente, grazie ad un ragazzino accantonato dall'Inter ed ora ad un passo dal trono d'Europa.
Alessandro De Pietro
17.06.2013
Strappa applausi la Cantera azzurra
IL CAMPIONATO EUROPEO. L'Under 21 di Devis Mangia giocherà domani sera la finalissima contro la Spagna
Albertini lancia un appello «La nostra A dovrebbe avere più coraggio e far giocare questi ragazzi»
Giovani. Vincenti. Ma senza troppo credito di fiducia. È un paradosso azzurro - anzi azzurrino - la finale dell'Europeo Under 21 conquistata dalla nazionale di Mangia. L'Italia torna a giocarsi il titolo «speranze» - come lo chiama l'Uefa - contro la scuola calcistica più vincente degli ultimi anni, quella spagnola. E il paragone appare impietoso: non nei risultati, ma nell'investimento sul futuro. Nelle speranze di trovare chi dia una chance importante a quei ragazzi che sognano la grande ribalta. Domani sera a Gerusalemme Spagna contro Italia è una sfida tra una «cantera» che somma 120 presenze nelle coppe europee con i rispettivi club, e una nazionale che nel complesso si ferma a 18.
«La nostra serie A dovrebbe avere più coraggio, e far giocare questi ragazzi», dice Demetrio Albertini. Vengono in mente le difficoltà di Insigne e Destro, la fuga all'estero di Borini - match winner con l'Olanda - e di Verratti, e i tanti azzurrini che Mangia è dovuto andare a pescare in serie B. Dall'altra parte, c'è un Thiago Alcantara già protagonista col Barcellona, e il capocannoniere Alvaro Morata vanta l'esordio in Europa in un Real-Ajax nella Champions 2012. Eppure, qualcosa si muove anche nella «cantera» azzurra. Almeno a livello di nazionali. Come presidente del Club Italia, Albertini ha lavorato con Arrigo Sacchi per investire sul futuro. Così ora, dal Brasile, il vicepresidente della Federcalcio lancia statistiche alla mano un grido di allarme: è indispensabile non abbassare la guardia sul tema dei vivai. Gli Europei di categoria hanno messo a nudo le qualità degli azzurrini che trovano però ancora poco spazio nelle rispettive squadre del massimo campionato.
«Siamo arrivati in finale attraverso mille difficoltà e nonostante il fatto che i giocatori della nostra Under 21 giochino, numeri alla mano, molto meno degli spagnoli nel massimo campionato. Stiamo lavorando sui giovani - ricorda Albertini, capodelegazione della nazionale in Confederations - ma è sotto gli occhi di tutti che i nostri giocatori devono far fronte all'inesperienza: basti pensare che i nostri vantano solo 278 presenze in A contro le 550 degli spagnoli, mentre la differenza per quanto riguarda i match giocati in Europa è ancora più marcata: siamo a 18 contro le 120 presenze degli iberici». «Tornando alla finale con la Spagna, Albertini non perde certo le speranze: «incontriamo una squadra superiore alla nostra, ma nel calcio non si sa mai, è lo sport di squadra dove i pronostici possono essere ribaltati più spesso». E se l'auspicio è di ribaltare i pronostici, andare controcorrente e ritornare sul tetto d'Europa, appare paradossale anche il timore che un eventuale successo non faccia dimenticare la questione giovanile. «Qualsiasi risultato non ci deve distogliere dal futuro - ammette - cioè dal dover investire sui giovani alimentando il loro sogno di diventare grandi calciatori. E l'unico modo, è farli giocare il più possibile».
16.06.2013
In area sbuca Toni L'Hellas ci pensa Sogliano ci prova
LE TRATTATIVE. L'ex viola è un obiettivo stimolante e abbordabile
Non è più giovanissimo, ma anche nell'ultimo torneo ha fatto la sua parte. Ingaggio sui 400 mila euro, ancora fame di gol e un'esperienza da... mondiale
Luca Toni è uno dei tanti pensieri di Sean Sogliano. Accattivante, interessante, neanche troppo oneroso. Campione del mondo, campione a lungo. Magari non più giovanissimo, ma uno che certo non ha dimenticato come buttarla dentro, come dimostrato alla Fiorentina dove ha sfiorato la doppia cifra. Toni è in scadenza di contratto. Come Mario Yepes, come Diego Perez, altri obiettivi di un Verona che grazie alla mano di Sogliano può spaziare su ogni fronte del mercato con grande disinvoltura, alla ricerca del colpo giusto al miglior prezzo. A Firenze l'ingaggio di Toni toccava i quattrocentomila euro, un tetto accettabile considerato il curriculum ed una carriera di primissimo livello, con tanto di titolo mondiale in bacheca. I suoi anni il 26 maggio sono diventati 36, ma nell'ultima stagione di Firenze in campo c'è andato 27 volte, anche se solo in 15 occasioni da titolare, sostituito e subentrato 12 volte, con una media di 51 minuti a partita e 1.388 totali. Montella l'ha centellinato, sfruttato il giusto, ma ha anche ricevuto abbastanza, con otto reti senza mai tirare un rigore ed un rendimento comunque in linea più o meno con le aspettative della società. In fondo Toni ha segnato quanto Miccoli, Matri, Cerci, Belfodil e il Gomez del Catania. Non male, facilitato per la verità dall'impressionante produzione offensiva della Fiorentina ma spesso capace di farsi trovare nel posto migliore al momento più opportuno. Sogliano di Toni ha parlato per un attimo due venerdì fa, il giorno dell'ufficializzazione della conferma di Mandorlini. Allora non aveva né smentito né confermato, soltanto ricordato della proposta di rinnovo ancora in ballo con la Viola, che ad un certo punto però ha pensato a Toni soprattutto come dirigente, con le scarpe appese al chiodo ed un futuro senza pantaloncini e maglietta. Un'ipotesi sfumata col passare dei giorni, tanto da far alzare la cresta a parecchie squadre di Serie A.
DIAVOLO E CENERENTOLA. Per un attimo verso Toni ha guardato persino il Milan, considerato l'infortunio di Pazzini e la necessità quindi di avere un sostituto affidabile fino al suo recupero. Sul modenese Toni si è buttato di recente anche il vicino di casa Sassuolo, altra neopromossa con la necessità di dotarsi di gente che già ha dimestichezza con la Serie A secondo un principio ben presto evidenziato anche da Sogliano. Il piano è stato abbozzato, il resto dovrà farlo il Verona con Tullio Tinti, potente agente di Toni. L'operazione ci sta, Sogliano andrebbe su un giocatore ovviamente meno caro di Kozak (che la Lazio non vuole dare in prestito) ma anche di 13 anni più vecchio. Ci sta anche di prendere Giulio Ebagua, che Sogliano non ha mai perso di vista soprattutto dopo i 17 gol al Varese ed un feeling che dura da molti anni. Più forte anche della possibile intromissione del Palermo.
SFUMATURE VIOLA. Non c'è solo Toni. Sempre a Firenze si continua a raccontare molto dell'interesse del Verona per Haris Seferovic, prospetto che la Fiorentina ha mandato a farsi le ossa a Novara, raccogliendo risposte altamente positive. Il suo percorso di maturazione è arrivato ad uno stadio avanzato, Seferovic non sarà prontissimo per tornare alla base e giocare per la Champions League ma di sicuro è in linea con il livello di una Serie A di seconda fascia, dove c'è anche più spazio e qualche preclusione in meno. Su Seferovic si è scatenato mezzo mondo, lo svizzero di origini bosniache ha estimatori in mezza Europa, anche se dovrebbe restare in Italia. Piace molto al Livorno, non dispiace affatto al Chievo ma anche il Saragozza è profondamente interessato. Seferovic ha ventuno anni, attaccante moderno capace di aggredire gli spazi e difendere il pallone, lavorare per la squadra e concludere con freddezza sotto porta, farsi valere nel gioco aereo e mettere chili e sostanza al servizio degli altri. Non male come pista da battere, ma non è la sola.
Alessandro De Pietro
15.06.2013
Hellas sulle punte Kozak e Immobile Sogliano ci pensa
LE TRATTATIVE. Nomi di attaccanti promettenti accostati al Verona. In ballo anche il rinnovo con Cacia, che ha il contratto fino al 2014. Il Palermo alla finestra, ma il diesse non ha fretta. A giorni l'incontro con l'agente del bomber
C'è anche lui nella lista, il gigante ceco. Libor Kozak ha vissuto una stagione in chiaroscuro, anonimo in campionato ma scintillante in Europa League, capocannoniere con 8 gol. Adesso il ragazzo vuole continuità, minuti sicuri in campionato. Quelli che non potrà avere alla Lazio. L'Hellas dal canto suo cerca un bomber vero, motivato al punto giusto. Uno da doppia cifra sicura. Gente da prendere magari negli ultimi giorni di mercato, quando le grandi qualcosa possono lasciarti. Non prima, a meno che non capiti l'occasione da prendere al volo. «Avrei tranquillamente rinunciato a segnare tanto in Europa per qualche gol in Serie A. Stavolta preferirei giocare in un club minore per trovare così più spazio», ha detto Kozak a sport.cz, deciso a cambiare aria e ad allontanarsi da Roma.
LOTITO NON MOLLA. Trattare con la Lazio e con Lotito però non è facile, la società non naviga nell'oro e vuole monetizzare il più possibile o comunque non spendere un centesimo. Per questo Lotito sta proponendo Kozak soprattutto all'Udinese per il riscatto di Candreva. Difficile prendere Kozak con un prestito, anche con riscatto. O tutto o niente, così dicono nella capitale. Almeno così la pensa la Lazio, anche se il Verona non ha fretta di chiudere per la prima punta. Meglio lasciar sbollire i prezzi e calmare le acque, ora come ora troppo agitate. La prudenza è sempre una buona compagna, specie a metà giugno. Una mossa azzardata può costare cara. Magari come quella dell'Udinese, che ha bussato alla Roma per la metà di Nico Lopez, per l'altro 50 per cento del suo agente Pablo Bentancur. Una proposta ritenuta esagerata, tanto da poter variare il quadro attorno al talento uruguaiano e ridare speranze all'Hellas, che su Lopez è piombato con grande anticipo, prima della chiamata dell'Udinese che ha provato ad incastrarlo nella trattativa con la Roma per la cessione di Benatia.
GOL SPARSI. Le punte hanno movimentato le ultime ore. Al Verona piace sempre, ma costa troppo, Nicholas Castillo. Merce di prima qualità, vent'anni di puro talento venezuelano ed il soprannome di Zlatan che è tutto un programma. Non è Ibrahimovic, ma un bel prospetto certamente sì. Lo vuole mezza Serie A, destinazione che il ragazzo gradirebbe molto. Ma l'Universidad de Catolica è considerata una specie di montagna, uno sportello in Sud America considerato caro alla pari del San Paolo e dell'International di Porto Alegre, altri negozi dove è difficile risparmiare. Castillo balla fra tanti top club, soprattutto il Napoli, che una squadra dove parcheggiare Castillo deve pur trovarla per farlo maturare e non sprecare un tagliando alla voce extracomunitari. Il Verona c'è. Da radiomercato ieri è rimbalzata anche una mezza idea dell'Hellas relativa a Ciro Immobile, a metà fra Genoa e Juventus, ma nelle ultime ore consegnato a mezza Serie A. Fuori concorso Paulinho, che il Livorno valuta addirittura dieci milioni e per un attimo accostato al Verona dal suo agente Andrea Bagnoli.
CACIA E IL RINNOVO. Sogliano non ha urgenza di allungare il contratto di Daniele Cacia, in scadenza al 30 giugno 2014. Un anno solo, sufficiente per attirare l'interesse di società desiderose di tornare in Serie A in fretta prendendosi il bomber più ambito di tutti. Il Palermo è alla finestra, affacciato da parecchi giorni per capire l'evoluzione della trattativa. Certo, nella lista di Zamparini ci sono anche Calaiò ed Ardemagni. Ma c'è anche Cacia, che non vede l'ora però di misurarsi con una Serie A solo sfiorata ai tempi della Fiorentina. Nell'agenda di Sogliano c'è tanto altro, anche se la questione rimane di primaria importanza. Tempo al tempo, ci sono le comproprietà da sistemare prima che Sean si sieda attorno a un tavolo con Francesco Romano, mente del Napoli di Maradona e ora agente di Daniele che vorrebbe un accordo anche fino al 2016. Se ne parlerà, il tempo non manca. L'estate è appena iniziata.
Alessandro De Pietro
15.06.2013
Amara sconfitta? «Lezione di vita utile per crescere»
L'INTERVISTA. Cosa significa per un atleta faticare senza risultato
Vignola, ex dell'Hellas Verona: «A nessuno piace perdere, ma bisogna reagire. La peggiore per me fu quella in Coppa dei Campioni contro la Juventus»
Beniamino Vignola, 54 anni, uno dei grandi talenti del calcio gialloblù
«Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto». A parlare così è Michael Jordan. Lo sport è uno spazio in cui non sempre si vince e questo «fa parte del gioco». Nel momento in cui si compete, ci si trova di fronte a una doppia sfida: contro l'avversario e contro se stessi. Si insegue la vittoria, si scongiura la sconfitta. Eppure si perde, eccome se si perde! A quel punto, ci si sente abbattuti, delusi, si cercano le colpe, si nuota in un mare di «perché». E se invece perdere ogni tanto fosse un'opportunità per diventare migliori? Il grande Jordan ha ringraziato pubblicamente i propri errori, vissuti come un prezioso bagaglio di esperienza, su cui ha costruito la sua leggenda. Cosa ne pensano gli atleti, quelli che vogliono vincere, quelli che lottano per una promozione inebriati di adrenalina mentre inseguono un sogno?
«La sconfitta e la vittoria sono due facce di una stessa medaglia», sostiene Beniamino Vignola, ex centrocampista cresciuto calcisticamente nell'Hellas Verona. «Perdere fa male, alimenta sentimenti di amarezza, delusione e rabbia, accompagnati, spesso, dalla sensazione di aver dato tanto e tutto per niente e questo è mortificante, ma è anche vero che dopo tali preoccupazioni, quando arriva la vittoria, si è in grado di apprezzarla in modo diverso e più intenso». «Dalle grandi delusioni si possono ricavare importanti lezioni», prosegue Vignola, «e non è detto che la parola "sconfitta" rappresenti una fine senza possibilità di riscatto: è una porta sbattuta in faccia, ma perdere è anche un'occasione per riflettere, per capire dove si possa migliorare e crescere, soprattutto in un gioco di squadra, dove è importante la sinergia e il contributo di ciascuno. Diventa importante accettare le regole basilari di qualsiasi competizione sportiva, con responsabilità e maturità, perché è così che si diventa grandi anche nella vita».
Vignola estrae dalla memoria il ricordo di due importanti sconfitte. «Erano gli anni 1987/88 e io giocavo nell'Empoli. Dopo un'annata andata molto bene, ci trovammo a disputare una partita di spareggio contro il Brescia per non retrocedere, ma, ahimè fummo battuti e il peggio accadde. Una sconfitta che bruciò parecchio, perché perdemmo la possibilità di giocare in Serie A, con grande delusione di tutti». «Un'altra storica sconfitta», aggiunge Vignola, «l'ho vissuta quando giocavo nell'Hellas Verona, dove tornai per una breve parentesi, l'anno successivo alla gloriosa vittoria dello Scudetto. La squadra disputava la Coppa dei Campioni; al secondo turno giocammo contro la Juventus e perdemmo in malo modo, o meglio, come si dice in gergo sportivo, "ci rubarono la partita”: il Verona si vide negare un rigore eclatante, mentre la Juventus ne beneficiò nonostante mancassero le condizioni per assegnarlo. Quella storica sconfitta creò molta tensione in campo», conclude Vignola, «perché c'è modo e modo di perdere. Fu un'esperienza molto negativa, ma portò con sé un valido insegnamento: dopo una "brutta caduta", bisogna cercare subito di rialzarsi, concentrandosi sull'obiettivo finale, alimentando nuova motivazione e nuove energie, perché quando si accetta di scendere in campo, bisogna continuare a correre».
Maria Cristina Caccia
15.06.2013
Bimbi palestinesi a caccia di sogni con i big gialloblù
IL CAMPO ESTIVO. Hanno dai 5 ai 16 anni e saranno qui fino al 22
L'iniziativa dell'Asd ex calciatori Hellas Verona di Sacchetti, Fanna e Penzo porterà i giovani atleti a San Zeno di Montagna per una settimana
Un viaggio pieno di sogni, poi l'inizio di un'avventura da ricordare per tutta la vita. Sono arrivati a Verona i bambini palestinesi pronti a cominciare l'esperienza a San Zeno di Montagna, ospiti per una settimana di calcio all'insegna del divertimento e delle emozioni. Sarà molto più di una vacanza, sarà come un sogno, di quelli che sembrano lontanissimi e irraggiungibili. E poi all'improvviso si avverano, grazie al cuore grande di tante persone che hanno fatto la storia del calcio veronese. È partito il soggiorno dei 32 bambini palestinesi dai 5 ai 16 anni che quel sogno lo vivranno per davvero, ospiti fino a sabato prossimo per partecipare ad un camp estivo voluto dagli ex gialloblù del Verona. Si chiama «Bambini senza confini» il progetto dell´Asd Ex Calciatori Hellas Verona Onlus fortemente voluto da Gigi Sacchetti, Pierino Fanna e Nico Penzo, in collaborazione con l´Associazione Oasi di Pace.
L'idea nasce dopo un viaggio in Palestina conoscendo da vicino la realtà difficile di quelle zone, poi un percorso per farla diventare realtà. I bambini dopo l'arrivo in città saranno ospitati a pranzo da Agec, quindi visiteranno il centro prima di partire alla volta di San Zeno di Montagna dove si uniranno al soggiorno organizzato da Calcio Camp Italia. «È bellissimo essere riusciti a realizzare questa idea, un progetto stupendo per i bimbi ma ancora di più per noi nel vederli vivere emozioni uniche», commenta entusiasta Gigi Sacchetti, «ringraziamo tutti quelli che ci hanno dato una mano, istituzioni, sponsor e ognuno che ha collaborato, ma anche il grande cuore dei veronesi che ci hanno aiutato anche con finanziamenti privati». L'ex gialloblù sarà per tutta la settimana a San Zeno di Montagna assieme a Pierino Fanna, Nico Penzo ed altri ex giocatori che seguiranno da vicino i 32 piccoli palestinesi arrivati a Verona assieme a 3 accompagnatori.
«Un bambino è un bambino ovunque e ha il diritto di giocare, questa è l'idea che ha animato fin dall´inizio questo nostro progetto», ribadisce Nico Penzo, «che parte quest'anno ma che vogliamo far continuare anche in futuro, per regalare un po' di gioia e di speranza a chi è meno fortunato». «Attraverso questa esperienza i bambini potranno conoscere una realtà diversa e magari crescere più sereni contribuendo un giorno al processo di pace ed a migliorare la situazione in questi territori», chiude Gigi Sacchetti, «Verona si dimostra ancora una volta solidale». Poi basta parole, e spazio solo al campo. Alle corse, ai tiri, ai gol. Spazio alle emozioni di bambini pronti a vivere un sogno bellissimo. Sempre con il pallone tra i piedi, giocando una partita dal sapore ancora più speciale.
Luca Mazzara
FONTE: LArena.it
Ufficiale: rinnovo partecipazione per Paolo Grossi
Postata il 18/06/2013 alle ore 19:58
VERONA - L'Hellas Verona FC comunica di aver rinnovato l'accordo di partecipazione con l'AC Siena per il cartellino del calciatore Paolo Grossi. L'attaccante, classe '85, rimane a disposizione del club gialloblù.
Ufficio Stampa
Under 21: Bianchetti assistman non basta, Italia ko
Postata il 18/06/2013 alle ore 20:09
In finale degli Europei di Israele gli azzurri vengono sconfitti 4-2 dalla Spagna. Il difensore gialloblù gioca una buona partita, servendo anche Immobile per il momentaneo 1-1
VERONA - Spagna superiore ma Italia seconda a testa alta. La squadra di Mangia viene sconfitta nella finale degli Europei Under 21 di Israele dalle Furie Rosse per 4-2: apre Alcantara, che firma una tripletta, e chiude Isco, mentre per gli azzurri a segno Immobile e Borini nel finale. Il risultato però non rispecchia a pieno l'andamento della partita, caratterizzato da un rigore dubbio assegnato agli iberici già in vantaggio 2 a 1. Matteo Bianchetti chiude da protagionista la competizione, giocando da titolare una buona gara, incolpevole in occasione dei gol spagnoli, e servendo l'assist del momentaneo 1 a 1 all'attaccante del Genoa con un pregevole e preciso lancio di 60 metri. Adesso il difensore gialloblù potrà finalmente riposare in attesa dell'inizio della prossima stagione.
Ufficio Stampa
Val Ridanna 2013: le date del ritiro estivo
Postata il 17/06/2013 alle ore 12:30
VERONA - L'Hellas Verona FC comunica che è stata definita la sede del ritiro estivo per la stagione 2013-14. Dal 14 al 28 luglio la squadra gialloblù sosterrà la preparazione in Val Ridanna (Alto Adige). Il raduno è fissato per il 10 luglio in sede, successivamente si svolgeranno i primi tre giorni di sedute e le visite mediche prima della partenza per la Val Ridanna.
PROGRAMMA 2013-14
10 luglio - Raduno
11-12-13 luglio - Ritiro e visite mediche (in sede)
14 luglio (fino al 28 luglio) - Partenza per il ritiro in Val Ridanna
Ufficio Stampa
Under 21: Bianchetti in finale con l'Italia
Postata il 15/06/2013 alle ore 16:30
La squadra di Mangia supera l'Olanda 1-0 con gol di Borini. Il difensore gialloblù parte titolare e rimane in campo per tutta la gara, giocando una grande partita
VERONA - Under 21 in finale degli Europei Under 21 di Israele con Bianchetti titolare. La squadra di Mangia supera l’Olanda con un gol di Borini al 34’ del secondo tempo su assist di Insigne. Il difensore gialloblù gioca tutta la gara disputando una partita attenta e precisa come tutti i compagni di reparto, solo uno il gol subito dagli azzurri nel torneo. L’ultimo ostacolo, che separa l’Under dalla vittoria finale, è la fortissima Spagna, che ha superato la Norvegia 3 a 0. L’appuntamento è fissato per martedì 18 giugno (ore 18) presso il Teddy Stadium di Gerusalemme.
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - =
LEGA PRO: Il presidente del LECCE convoca un allenamento 'punitivo' dopo la mancata promozione dei salentini ma in 9 presentano certificato medico e disertano!
SERIE B: L'ottimismo di patròn ZAMPARINI 'In ITALIA non c'è un Euro, è un mercato da poveracci, e il calcio stà meglio del paese...'
CALCIO BRASILE: ADRIANO ci riprova con l'INTERNACIONAL ma non gioca una gara ufficiale da Aprile dello scorso anno...
MOTOCICLISMO: La pilota jesina si è risvegliata dal coma dopo il gravissimo incidente subito e la conseguente paralisi irreversibile agli arti inferiori 'Non sento le gambe ma voglio continuare a correre' dice Alessia...
PLAYOFF LEGA PRO: Il LECCE manca la promozione e gli ultrà trasformano i pressi dello stadio di Via del Mare in una zona di guerra!
CONFEDERATION CUP BRASILE 2013: Buon esordio della nazionale azzurra contro il MESSICO, PIRLO ha aperto le marcature con una punizione 'chirurgica' nel sette, i sudamericani hanno pareggiato su rigore causato da un pasticcio difensivo di BARZAGLI ma a pochi minuti dalla fine un dirompente BALOTELLI ha regalato la vittoria all'ITALIA!
MOTOGP: Al Montmelò dominano gli spagnoli con la tripletta LORENZO, PEDROSA, MARQUEZ sul podio e Vale ce l'ha con BAUTISTA...
LECCE, ALLENAMENTO-PUNIZIONE: IN NOVE SI DANNO MALATI E DISERTANO
Martedì 18 Giugno 2013
LECCE - Il presidente del Lecce Savino Tesoro ha indetto un allenamento punitivo per la squadra, che ha mancato la promozione in serie B, nonostante la stagione agonistica sia ufficialmente finita. E nove giocatori, dietro la presentazione di un certificato medico, non si sono presentati.
In 13 hanno risposto 'presentè sul terreno dello stadio di via del Mare (Martinez, Bogliacino, Petrachi, Malcore, Pià, Di Maio, Bleve, Bustamante, Memushaj, Fatic, Chevanton, Rosafio e Vinicius) al rispetto degli obblighi contrattuali - sino al 30 giugno prossimo - invocati dal dirigente. Altri due giocatori sono risultati assenti o perchè hanno ottenuto un permesso (capitan Giacomazzi) o per i postumi di un'operazione al naso (Falco). Sugli spalti, dopo le violenze di domenica, soltanto una ventina di supporter ha assistito in silenzio agli esercizi di palleggio che per circa 30 minuti hanno visto impegnati i superstiti calciatori giallorossi. «Era importante capire - ha spiegato l'ad, Antonio Tesoro - chi aveva il coraggio di metterci la faccia. Da chi c'era, ho avuto piena conferma su quelle che erano le mie impressioni». «Dispiace - ha aggiunto - perchè bisogna essere più uomini e metterci la faccia. Ma chi è venuto quest'oggi mi ha fornito un segnale importante».
ZAMPARINI: "IN ITALIA NON C'È UN EURO, È UN MERCATO DA POVERACCI. E IL CALCIO STA MEGLIO DEL PAESE"
Martedì 18 Giugno 2013
ROMA - Probabilmente molti se ne saranno accorti da tempo, ma la conferma del presidente del Palermo Maurizio Zamparini assume toni agghiaccianti: il mercato dei club italiani, per usare un eufemismo, ha subito un brusco ridimensionamento.
Zamparini, all'AdnKronos, non usa mezzi termini: «Il nostro è un mercato di 'poveracci', non gira un euro, le banche ci hanno tolto tutti i fidi, è un mercato che rispecchia la crisi del nostro Paese, anzi, purtroppo in questo momento è una cupola ancora dorata rispetto al resto».
Zamparini ha poi parlato di Cavani (portato proprio da lui in Italia nel 2007, ndr), Gattuso e del riscatto di Sorrentino: «Per me Cavani è già lontano da Napoli. Gattuso è una certezza, non una scommessa: mi piace perché ha un carattere simile a me. Sorrentino andava riscattato, sarebbe stato stupido pagare 3 milioni per il prestito e non spenderne uno in più per prenderlo a titolo definitivo».
Sugli scontri di Lecce il numero uno rosanero ha auspicato tolleranza zero: «Questi imbecilli sono sempre esistiti nel calcio. Non bastano certi provvedimenti, serve il carcere: vedrete, poi, che non lo faranno più».
ALESSIA SI È RISVEGLIATA. "NON MUOVO LE GAMBE, MA VOGLIO ANCORA CORRERE" -FOTO
JESI - «Alessia è stata sottoposta ad un intervento di allineamento della spina dorsale che è andato bene, e non sappiamo se ci saranno altre operazioni. La paralisi sembra certa, i medici non ci hanno dato speranze».
Parole di Giancarlo Polita, 53 anni, padre della motociclista jesina Alessia ricoverata in rianimazione all'ospedale Bufalini di Cesena dopo il gravissimo incidente di Misano.
Alessia si è risvegliata e ha sorpreso i medici per la sua grinta. «Non muovo le gambe ma voglio correre» ha detto ai familiari. Polita, meccanico esperto, spiega anche cosa ha provocato l'incidente: «È stata la rottura del potenziamento del controllo dell'accelerazione, un sistema elettronico. Le piste oggi sono molto sicure, è stata una fatalità».
ADRIANO CI RIPROVA: INTESA CON L'INTERNACIONAL. NON GIOCA UN MATCH UFFICIALE DALL'APRILE 2012
Martedì 18 Giugno 2013
RIO DE JANEIRO - Sembrava destinato a non tornare più in campo, invece Adriano, l'ex Imperatore con l'Inter e scommessa persa con la Roma, ha trovato l'ennesima opportunità. Come riporta Globoesporte, mancano pochi dettagli per un accordo totale con l'Internacional di Porto Alegre.
Adriano, reduce da un'operazione al tendine d'Achille, ha trovato l'intesa con la società. Per la fumata bianca bisogna solo aspettare l'esito delle visite mediche. Adriano non gioca un match ufficiale dal 4 marzo del 2012. Per ricominciare, è disposto a firmare un contratto vincolato al rendimento. L'attaccante ha già scelto il numero di maglia: indosserà il 99 ma potrebbe ereditare il 9 se Leandro Damiao, attuale proprietario della casacca, dovesse lasciare il club. Nessuna chance di conquistare la maglia numero 10: appartiene all'argentino Andres D'Alessandro, capitano della squadra.
FONTE: Leggo.it
Capolavoro Pirlo Balotelli di forza E l'Italia si diverte
Pirlo-Balotelli: che coppia. L'Italia stavolta ha meritato di vincere, convincendo anche per il gioco, anche se il risultato può sembrare stiracchiato. Gli azzurri avrebbero potuto ottenere un risultato più rotondo contro un Messico deludente, ma ...
Pirlo-Balotelli: che coppia. L'Italia stavolta ha meritato di vincere, convincendo anche per il gioco, anche se il risultato può sembrare stiracchiato. Gli azzurri avrebbero potuto ottenere un risultato più rotondo contro un Messico deludente, ma non hanno saputo sfruttare le molte occasioni avute. Pirlo è stato grandioso sulla punizione del vantaggio, ma un errore di Barzagli ha «regalato» ai messicani in rigore del pareggio. Poi il risultato è stato riacciuffato da Balotelli, con un bel gol. Gli azzurri hanno destato grande interesse, tanto da attirare al Maracanà un numero maggiore di spettatori del Brasile nella partita inaugurale. Hanno cominciato col cosiddetto «albero di Natale»: Balotelli (combattivo e autore del gol decisivo) unica punta e il duo juventino Giaccherini-Marchisio a sostegno. Il cervello della squadra è stato l'insostituibile Pirlo che ha festeggiato nel tempio del calcio brasiliano la centesima gara in azzurro con un gol su punizione, un tiro formidabile che non ha lasciato scampo a Corona dopo 27'.
In difesa, accantonato Bonucci, Chiellini ha fatto il centrale in coppia con Barzagli, che ha commesso un grave, uno solo ma decisivo. Le scelte di Prandelli sono state felici per quanto concerne il gioco offensivo, mentre la difesa ha concesso due o tre palloni che hanno consentito ai messicani di rendersi pericolosi cogliendo una traversa con Guardado e andando a pareggiare per un'incertezza di Barzagli (un'eccezione, come detto) che ha perso palla e poi commesso fallo su Dos Santos nel tentativo di recuperare: Hernandez ha spiazzato Buffon dal dischetto. Prima l'Italia aveva pressochè dominato la partita, facendo spesso breccia sulla sinistra. Balotelli aveva cercato il tiro a sorpresa in parecchie circostanze e Corona era stato bravo a parare quasi tutto: nulla aveva potuto però sulla magistrale punizione di Pirlo all'incrocio.
Ma qualche smagliatura in difesa ha reso vana la superiorità degli azzurri che hanno mostrato anche momenti di buon gioco con Montolivo, Giaccherini e Pirlo. Peccato. Nella ripresa gli azzurri hanno continuato a fare la partita: Balotelli e Giaccherini sono sembrati attivi. Su una punizione bassa di Pirlo, Montolivo non ha saputo sfruttare una palla d'oro in mischia. Pirlo è stato protagonista e ha dato un pallone a Balotelli su cui forse è stato commesso fallo da rigore. Osses non ha fiatato. Col passar dei minuti gli azzurri hanno perso lucidità e Prandelli ha chiamato in causa Cerci per sostituire il poco brillante Marchisio per vivacizzare la fase offensiva.
Su un angolo gli azzurri hanno rischiato (Flores di testa fuori), Balotelli ha fiondato un sinistro fuori, poi al 33' ha portato gli azzurri in paradiso su una palla di Giaccherini: palleggio al volo e botta vincente di SuperMario nell'area piccola e gol che ha convinto i brasiliani ad applaudirlo a scena aperta. Tirando le somme, il buon avvio della Confederations Cup, apre agli azzurri buone prospettive verso le semifinali e fa dimenticare di colpo le perplessità che si nutrivano dopo le mediocri prove di Praga e contro Haiti, dove gli azzurri avevano deluso. Adesso ci tocca il Giappone di Zaccheroni, ma è chiaro che l'ostacolo più difficile sarà quello del Brasile.
17.06.2013
Il Lecce perde la serie B e si scatena la follia ultrà
La promozione in B sfumata sul filo di lana ha alimentato la rabbia di alcune centinaia di teppisti leccesi che a fine partita l'hanno buttata sulla violenza, prendendosela in particolare con steward e forze dell'ordine, e distruggendo ogni cosa che hanno incontrato all'interno e all'esterno dello stadio di via del Mare. La polizia ha lanciato numerosi lacrimogeni e fatto cariche di alleggerimento ma non è riuscita ad evitare che un suo fuoristrada, un Mitsubishi Pajero, venisse incendiato, e alcuni agenti fossero contusi alle gambe dal lancio di pietre. I facinorosi, molti dei quali con il volto coperto con sciarpe giallorosse o t-shirt, hanno anche lanciato diversi petardi, fumogeni, danneggiato vetture e rotto numerose vetrate. Il loro obiettivo era quello di 'far pagarè a giocatori e società l'insuccesso sportivo. Dopo un assedio davanti agli spogliatoi, la loro meta, sono stati dispersi dalla reazione dei poliziotti coordinati dal questore di Lecce, Enzo Carella.
Il via agli incidenti è scattato dopo il fischio dell'arbitro che sanciva la promozione del Carpi, al termine dell'uno a uno del ritorno della finale play off di Lega Pro, e un altro anno di purgatorio in terza serie per il Lecce. Troppo per un ambiente che per nove mesi aveva cullato il sogno della B e che non si è ancora ripreso dalla doppia retrocessione in un sol colpo - dalla A alla Prima divisione - dell'anno scorso a causa del calcioscommesse e della combine nel derby con il Bari. Facendosi strada attraverso un ampio varco aperto in curva Nord, un'orda di scalmanati ha attraversato il terreno di gioco dirigendosi verso la scaletta che conduce agli spogliatoi. Tra gli ultimi riusciti a mettersi in salvo, prima che venisse chiusa la porta blindata che conduce alle stanze delle squadre e degli arbitri, è stato l'inviato della Rai Emiliano Cirillo impegnato nelle interviste del dopo gara a bordo campo. È stato fortunatamente avvertito da uno steward, racconta, dell'arrivo dei vandali e ha raggiunto in extremis la sicurezza. Dietro di lui una telecamera è stata sfasciata e le panchine sono state sradicate e lanciate sui gradini.
A contrastare le violenze, in questa fase, solo una quindicina di steward posizionatisi nell'accesso al tunnel e colpiti a ripetizione con pugni, calci e corde; una vetrata di plexiglas è stata distrutta così come alcuni cartelloni pubblicitari. L'arrivo successivo di un gruppo di agenti ha fatto rientrare gli ultrà in tribuna che sulla via del ritorno non hanno trovato di meglio che tagliare le reti di una porta e aprire un estintore. Le violenze si sono poi trasferite fuori dallo stadio perchè i teppisti hanno cercato l'altra strada, dall'esterno, per raggiungere gli spogliatoi, facendosi largo con petardi e lacrimogeni ma trovando l'opposizione della polizia che li ha dispersi usando lacrimogeni e facendo cariche di alleggerimento, e scortando infine, quando la situazione si è normalizzata, l'uscita delle squadre. Quella del Carpi è stata applaudita.
16.06.2013
Moto Gp, vince Lorenzo
E Vale attacca Bautista
Dominio spagnolo con anche Pedrosa e Marquez sul podio. E Rossi, finito quarto, sbotta: «Alvaro mi ha steso una volta e oggi ci ha riprovato. Non mi esprimo perché sarebbero parolacce....»
GRANOLLERS. Dominio spagnolo al Montmelò anche nella MotoGp. Vittoria per Jorge Lorenzo nel Gran Premio di Catalogna, sesto appuntamento stagionale del Mondiale 2013: scattato dalla terza posizione, l’iberico della Yamaha ha preceduto sul traguardo i connazionali Dani Pedrosa, partito in pole, e Marc Marquez, entrambi su Honda, che hanno dato vita ad un gran duello finale.
Ai piedi del podio la Yamaha di Valentino Rossi, quinto Stefan Bradl. Sesta posizione per Bradley Smith, quindi Andrea Dovizioso su Ducati, poi Aleix Espargaro e Colin Edwards. La top ten è completata da Michele Pirro.
Tante le cadute: in particolare, fuori quasi subito Cal Crutchlow, secondo ieri in qualifica e dominatore stamattina del warm up, out tra gli altri anche Nicky Hayden, Andrea Iannone, Hector Barbera e Alvaro Bautista
«È stata molto dura, vincere in casa è incredibile ma è una sensazione impressionante, poi se vinci quando non te l’aspetti è ancora più bello». Così Jorge Lorenzo, trionfatore nel Gp di Catalogna, ai microfoni di Italia 1. «Ho fatto una partenza migliore del previsto - ha aggiunto il pilota della Yamaha -. Ho sorpassato non solo Cal ma anche Dani, poi Dani ha mollato negli ultimi giri e allora sono andato forte come al Mugello».
«Vorrei non esprimere il mio aggettivo su Bautista. Sarebbero delle parolacce. Dopo avermi steso al Mugello averci provato anche oggi vuol dire che non capisce. Non è molto lucido, quando vede me o Lorenzo, i top, vuole strafare. È stato molto fortunato che non mi ha steso, avrebbe avuto molti problemi. Secondo me è poco intelligente, oggi ci ha riprovato ma fortunatamente ha sbagliato mira». Valentino Rossi a muso duro con Alvaro Bautista: due settimane dopo l’incidente del Mugello che li ha esclusi entrambi dalla corsa a poche curve dal via, il «Dottore» attacca lo spagnolo, che oggi in Catalogna è caduto quasi subito, secondo Rossi dopo aver tentato un’altra manovra azzardata ai suoi danni. «Secondo me sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Al Mugello - sottolinea Rossi ai microfoni di Italia 1 - ha sbagliato lui, non mi ha visto e va bene. Ma rifarlo apposta, su di me, ancora alla gara dopo, beh, non è molto intelligente».
FONTE: LArena.it