Hellas News... + - =
LE ULTIME SUL CALCIOMERCATO DELL'HELLAS Tutti i 'rumors' del web e la lista continuamente aggiornata dei nomi che 'girano' in entrata ed in uscita attorno al VERONA
EUROPEO UNDER 21: Devis MANGIA ha sciolto le riserve e diramato le convocazioni definitive per il torneo continentale 'Under 21', c'è anche BIANCHETTI...
NUOVO SPONSOR TECNICO IN ARRIVO? Non è ancora ufficiale ma con ogni probabilità sarà la Nike a vestire ed equipaggiare l'HELLAS VERONA in Serie A, contratto di 4 anni...
NAZIONALE CANTANTI-EX GIALLOBLÙ + Capitan CECCARELLI al campo di via Sogare in una gara di beneficenza, mister MANDORLINI ha dato il calcio d'inizio...
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Luca Ceccarelli | "Exclusive Dinner Serie A" con Hellas Verona |
DICONO + - =
Serie A, l'emozione composta di mister BAGNOLI «È stata una grande emozione. Dopo la partita sono andato a casa e ho seguito i festeggiamenti dalla tv. Un giro in piazza Bra? No, sono un ex e se mi fossi fatto vedere, sicuramente mi avrebbero coinvolto. Ho preferito rimanere a casa. Mister Andrea Mandorlini è stato davvero bravo, la nuova società ha dimostrato solidità e sicurezza. E non dimentichiamo quello che ha fatto Giovanni Martinelli: senza di lui chissà dove saremmo. Adesso ci aspetta un campionato duro e il derby con il Chievo. Non tutte le città possono vantare due squadre in serie A» LArena.it
Maurizio SETTI ha ricevuto da ALFONSEDA, presidente dell'associazione calciatori ex BARÇA, una maglia celebrativa blaugrana anni '70 «Un momento molto bello per noi, gli ex calciatori del Barcellona svolgono una funzione incredibile e sociale molto importante, anche per la vita del club. Anche gli Ex Gialloblù di Franco Nanni, che è un amico e lo ringrazio, stanno portando avanti un lavoro che va premiato. Il Barcellona è un modello nella vita, oltre che nello sport» HellasVerona.it
Rafael | Laner e Moras | Fabrizio Cacciatore |
IN BREVE A PIÉ PAGINA + - =
NBA: I primi finalisti sono gli SPURS che dopo il 'cappotto' con i GRIZZLIES vincono la Western Conference, in serata gara 4 tra HEAT e PACERS, la squadra di Miami conduce per 2 a 1 per l'altra Conference...
TENNIS: Al 'Roland Garros' tennista dimostra all'arbitro che ha sbagliato fotografando la traccia sulla terra rossa!
SERIE A: Rafa BENITEZ nuovo allenatore del NAPOLI
VITA DA EX: BJELANOVIĆ 'Sto bene al Cluj, ma lItalia è casa mia...'
CICLISMO: NIBALI trionfa nel 'Giro d'Italia'! Grandissimo il ciclista siciliano che non ha avuto avversari e ha attaccato (e vinto) pure nell'epica tappa delle Tre Cime di Lavaredo resa durissima dalle condizioni meteo...
FORMULA 1: GP di Montecarlo alla MERCEDES che con ROSBERG ha tagliato il traguardo per prima davanti alle RED BULL di VETTEL e WEBBER. ALONSO solo 7°, paura per MASSA coinvolto in un brutto incidente (se la caverà con un collarino)...
COPPA ITALIA ALLA LAZIO che con LULIC fa lo 'scherzetto' alla ROMA dopo 70 minuti di gara tirata! I biancazzurri agguantano in questa maniera anche l'Europa League che era sfuggita dopo il 7° posto in campionato proprio dietro ai giallorossi e la possibilità di giocarsi la Supercoppa conto la JUVENTUS Campione d'Italia...
CHAMPIONS LEAGUE: Il BAYERN MONACO conquista la sua quinta 'Coppa dalle grandi orecchie' a pochi minuti dalla fine con un gol di ROBBEN ma il BORUSSIA DORTMUND forse avrebbe meritato di più...
Top 5 Plays of the Night: May 27th | Kawhi Leonard Drives Baseline for the Smash |
RASSEGNA STAMPA + - =
Bentegodi, sogno di un nuovo stadio per Hellas e Chievo Verona
Bentegodi, sogno di un nuovo stadio per Hellas e Chievo Verona
Le due squadre potrebbero collaborare attivamente con il Comune, proprietario degli impianti, per risollevare la storica arena calcistica e portarla all'avanguardia europea
Bentegodi, sogno di un nuovo stadio per Hellas e Chievo Verona
La Redazione 24 maggio 2013
Solo dopo aver sistemato il Bentegodi dai disastri provocati dai tifosi si potrà pensare di portarlo ad un livello superiore. Quello, cioè, di farlo diventare uno stadio europeo, all'avanguardia, degno erede del Bentegodi che ospitò i Mondiali di Italia '90. Per ora si tratta solo di speculazioni, rilanciate dal quotidiano l'Arena, ma non c'è dubbio che Hellas e Chievo possano far fronte comune e chiedere una sede più consona ai sogni di gloria in Serie A. Il progetto è praticamente il continuato di ciò che si voleva presentare per sostenere la candidatura dell'Italia agli Europei del 2016, manifestazione poi aggiudicata alla Francia. Il Comune dovrebbe pensare ad allargarlo, eliminare la pista di atletica leggera e riempire di posti per gli spettatori lo spazio ricavato, arrivando a lambire praticamente il campo di gioco. Qualcuno già si chiede come contenere poi la "tradizionale" irrequietezza degli ultras Hellas ma ora come ora il progetto appare chiaro e pulito solo dal rendering sugli schermi del computer. L'impianto sognato arriverebbe a contenere 31mila spettatori e costerebbe 40 milioni, che dovrebbe accollarsi il Comune in parte, assieme alle società sportive che avrebbero nella "New arena stadium" la propria sede. Un futuro in project financing, tra pubblico e privato, praticamente.
Per rastrellare quattrini, Palazzo Barbieri, proprietario del Bentegodi, dovrà infatti coinvolgere principalmente Chievo ed Hellas. Il contratto stipulato ora prevede il versamento di 235mila euro da ogni squadra (erano 185mila fino alla settimana scorsa per l'Hellas). Però la convenzione afferma anche la possibilità di "scaricare", dall'affitto, le spese sostenute per interventi di miglioria allo stadio. L'urgenza, tuttavia, è quella della sicurezza: le devastazioni di cui si sono resi protagonisti i tifosi gialloblù dopo la promozione in A bruciano ancora molto. E saranno ancora più dolorose quando arriverà la parcella alla dirigenza. Forse per questo il presidente Maurizio Setti non ha voluto badare a quanto apparso sui giornali, in riferimento al nuovo impianto.
I danni che fino a a una settimana fa si aggiravano sui 60mila euro sarebbero destinati a salire vertiginosamente. Bagni, seggiolini e cancelli sono andati distrutti. Finiti a pezzi, letteralmente. Le porte sul campo da gioco, da entrambi i lati, sono praticamente scomparse. Per questo l'assessore allo Sport, Marco Giorlo, punta sulla sicurezza: servirebbero le telecamere parterre. E poi, ovviamente, nuovi cancelli a "tenuta di tifoso" con telecamere ad ogni ingresso. I posti a bordo campo, circa 8mila, sarebbero riassegnati e tutta l'area verrebbe riaperta per la prossima stagione. Insomma, non si vogliono perdere entrate fondamentali, in occasione di partite con le grandi squadre di serie A e, soprattutto, per il derby Chievo-Hellas. Intanto a giugno cominceranno i lavori dei nuovi spogliatoi degli ospiti e degli arbitri. Poi arriveranno gli operai che dovranno interrare le panchine, come "negli stadi più famosi", e sistemare gli spazi per i giornalisti in tribuna stampa. Ci sono infatti da calcolare anche gli spazi su tv nazionali e giornali, che raddoppieranno per la massima Serie a Verona.
FONTE: VeronaSera.it
ALTRE NOTIZIE
Under 21, i convocati di Mangia per l'Europeo
27.05.2013 23.52 di Tommaso Maschio
Devis Mangia, tecnico della nazionale Under 21 italiana, ha sciolto le riserve e annunciato i ventitré convocati per i prossimi europei in programma dal 5 al 18 giugno in Israele. Presenti anche Regini e Saponara dell'Empoli. La federazione e la società toscana hanno infatti raggiunto un accordo con i due giocatori che disputeranno la gara d'andata contro il Livorno mercoledì per poi raggiungere i compagni in Israele per la rassegna continentale.
Ecco i convocati definitivi di Mangia:
Portieri: Bardi (Novara), Colombi (Modena), Leali (Virtus Lanciano).
Difensori: Bianchetti (Hellas Verona), Biraghi (Cittadella), Caldirola (Brescia), Capuano (Pescara), Crimi (Grosseto), Donati (Grosseto), Regini (Empoli).
Centrocampisti: Bertolacci (Genoa), Florenzi (Roma), Insigne (Napoli), Marrone (Juventus), Rossi (Brescia), Sansone (Parma), Saponara (Empoli), Verratti (Paris St. Germain).
Attaccanti: Borini (Liverpool), Destro (Roma), Gabbiadini (Bologna), Immobile (Genoa), Paloschi (Chievo)
Il Verona scalda l'asse con la Roma: patto per Nico Lopez, piace Bradley. E arriva un nuovo sponsor tecnico
25/mag/2013 12.03.00
L'Hellas inizia a pianificare la stagione del ritorno in A bussando alla porta dei giallorossi per l'uruguagio e lo statunitense, piacciono anche Barreto, Eros Pisano ed Ebagua.
L'Hellas Verona non vuole farsi trovare impreparato nell'anno del suo ritorno in Serie A e mette a punto le strategie per costruire una squadra in grado di non deludere le aspettative dei tifosi. Sul mercato si intensificano i contatti con la Roma per Nico Lopez e Michael Bradley.
Per il giovane attaccante uruguagio, come sottolinea la 'Gazzetta dello Sport', c'è stato un incontro tra il ds scaligero Sogliano e quello capitolino Sabatini per capire se ci sono margini utili ad una cessione in prestito. Inoltre, nel discorso si è parlato anche dello statunitense che conosce bene Verona per aver militato due stagioni nel Chievo.
Oltre ai calciatori giallorossi, nel mirino dell'Hellas sono finiti anche Edgar Barreto del Palermo ed Eros Pisano a metà tra rosanero e Genoa. Ebagua si avvicina, mentre nei prossimi giorni sarà formalizzata l'acquisizione delle comproprietà di Cacciatore e Martinho da Sampdoria e Catania.
Novità non solo dal punto di vista della rosa, bensì anche in ottica sponsor tecnico: il Verona, infatti, ha raggiunto l'accordo per vestire Nike nei prossimi 4 anni. Manca l'ufficialità, ma l'intesa è cosa fatta.
FONTE: Goal.com
PRIMO PIANO
L'Hellas Verona firma con la Nike
26.05.2013 09:00 di Mattia Baronchelli
Contratto quadriennale a partire dal 1 luglio per l'Hellas Verona con la Nike. Il colosso statunitense diverrà il nuovo sponsor tecnico degli scaligeri.
FONTE: TuttoB.com
domenica, maggio 26th, 2013 | Posted by Marco Macca
Verona, la Nike sarà il nuovo sponsor
VERONA NIKE SPONSOR / VERONA - Manca solo l’ufficialità ma ormai è praticamente certo: la Nike, colosso americano dell’abbigliamento sportivo, sarà il nuovo sponsor tecnico del Verona. La società scaligera, infatti, sta per firmare un contratto quadriennale che entrerà in vigore dal primo luglio. L’accordo rientra nella strategia della società di aumentare gli introiti commerciali ed espandere il brand a nuovi mercati. La crescita di una società si vede anche da questo.
FONTE: SerieBNews.com
27.05.2013
Ex e cantanti in campo per la Caritas
PALLONE & BENEFICENZA. Il maltempo non frena lo spettacolo al campo di Via Sogare. Spettacolo e gol a raffica
Ruggeri e compagni resistono ai gialloblù ma poi si arrendono Vince la solidarietà
In campo hanno cantato con il pallone, con tocchi di fino e giocate da fuoriclasse nonostante l'età che avanza, anche se quello che contava per davvero era fare del bene per chi soffre. Ha regalato al pubblico una serata all'insegna del divertimento e della solidarietà la partita tra gli campioni Hellas Gialloblù e la Nazionale Cantanti, disputata sul sintetico di via Sogare e con il ricavato devoluto alla Caritas Diocesana di Verona. Le vecchie glorie dell'Hellas avevano di fronte una selezione che da anni richiama l'attenzione e l'entusiasmo di tante persone, arrivata in città praticamente al completo con gente del calibro di Enrico Ruggeri, Paolo Belli, Paolo Vallesi, Luca e Diego dei Sonhora, l'ex vincitore di X Factor Matteo Beccucci e rinforzati dall'ex giocatore del Milan, del Parma e della Nazionale Roberto Mussi e dall'attore Neri Marcorè: in panchina il “mister” Sandro Giacobbe - quello di... «mi hanno fatto innamorare gli occhi verdi di tua madre» - per provare ad arginare la qualità di una selezione piena zeppa di persone che hanno fatto la storia più o meno recente del Verona.
Con l' unico comune denominatore di devolvere in beneficenza il ricavato, anche se dopo il fischio d'inizio a calcio si è giocato per davvero: a dare il primo tocco al pallone ecco il mister della doppia promozione Andrea Mandorlini assieme al sindaco Flavio Tosi, presente in via Sogare a rappresentare le istituzioni assieme all'assessore allo sport Marco Giorlo e a quello ai servizi sociali Anna Leso e al delegato del Coni per Verona Federico Sboarina. «Non potevo mancare a questa manifestazione - sorride mister Andrea Mandorlini - ancora una volta la gente di Verona mi ha dimostrato grande affetto, anche questo è un modo per ringraziarli».
Poi la partita, con le giocate di gente come Tullio Gritti, Gigi Sacchetti, Nico Penzo, Franco Bergamaschi, Vincenzo Esposito schierati nella selezione dei campioni Hellas guidata dai grandi ex Giorgio Maioli e Giancarlo Savoia e rinforzata dalla presenza di Davide Pellegrini, Gianni Orfei e Claudio Ferrarese, ma anche del capitano del Verona Luca Ceccarelli che non è voluto mancare all'appuntamento scendendo in campo un po' a sorpresa. «Mi avevano chiesto di partecipare ed eventualmente di dare il calcio d'inizio, ma visto che venivo avevo anche voglia di scendere in campo, sono contento di esserci» ha detto il difensore gialloblù che pochi giorni fa ha conquistato la serie A assieme ai suoi compagni. «È bello ritrovare tante amici in un continuo di emozioni dopo la splendida serata in Arena per i 110 anni della società e dopo la festa promozione», ha replicato Gigi Sacchetti.
Sulla stessa lunghezza d'onda Emiliano «Ciccio» Mascetti che ha seguito la gara con Osvaldo Bagnoli. «Tutto quello che possiamo fare per la solidarietà è lo facciamo - ammette l'ex centrocampista del Verona, uno dei punti di riferimento dell'associazione onlus - diventa ancora più bello dopo il grande risultato della squadra di quest'anno». La gara si è chiusa con un netto 8-4 a favore degli ex gialloblù che in più di un'occasione hanno divertito il pubblico tra giocate e colpi di classe, ma a vincere per davvero è stata la solidarietà e ancora una volta il grande cuore di Verona.
L.M.
25.05.2013
Da Busto a San Siro, Rafael è il numero 1
CORSI E RICORSI STORICI. Cinque anni fa i gialloblù giocavano con la Pro Patria per non cadere in C2, adesso festeggiano il ritorno nel paradiso del pallone. Ha giocato 204 gare in sei anni, è stato il miglior portiere della B: «Ho sempre creduto nel Verona Siamo in A, ho avuto ragione io...»
Piazza dei Signori era disperata. Verona anche. Qualcuno piangeva davanti al maxischermo, altri avevano persino preso la strada di casa. Troppo atroce la delusione per guardarla in faccia. Rafael c'era a Busto, a scorgere da lontano compagni in affanno dalle parti dell'area della Pro Patria. Impotente. Il Verona era quasi in C2 quel pomeriggio, poi arrivarono l'illogico lampo di Zeytulaev e tutto il resto. Venticinque maggio 2008, esattamente cinque anni fa. Non era un Verona leggendario, tante di quelle facce sono già finite negli angoli più bui di un archivio sconfinato e ben più nobile. Rafael c'era, unico superstite di quel Verona che probabilmente là in fondo non tornerà mai più. L'Hellas resuscitò a Busto Arsizio, non molto lontano da quella Varese che stava muovendo passi svelti. Sean Sogliano era già il diesse, in panchina c'era Roberto Lorenzini chiamato quest'estate all'Hellas per la Primavera, così come Paolo Grossi che quell'anno del Varese fu il miglior marcatore. Undicesimo posto in C2, partendo dalla lontanissima Eccellenza. L'anno dopo Sogliano avrebbe chiamato Beppe Sannino, arrivando fino alle porte della Serie A. Ma questa è un'altra storia. Forse.
FEDELE FINO IN FONDO. Rafael giocava ma non capiva, gli avevano detto che il Verona sarebbe stato la Juventus della Serie C e invece quella nave continuava a perdere acqua. Con Franco Colomba e con Maurizio Sarri, tante partite e pochi punti. Addio sogni di gloria. Meno male che ci pensò Davide Pellegrini a metterci una pezza provvidenziale. Tanti suoi compagni si sono persi, altri ancora fermati dal Calcioscommesse. Alessio Stamilla era titolare a Busto Arsizio, maglia numero sette. Adesso gioca con l'Argentina Arma, Promozione ligure, ad appena trent'anni. Garzon, che ha fatto un'autentica scelta di vita, domani lotterà orgogliosamente per salvarsi dall'Eccellenza con il suo Cerea contro la Sanvitese. È andata meglio a Politti e Franzese, promossi dalla serie D in Lega Pro con Porto Tolle e Castel Rigone. Lele Morante ha segnato tre gol appena in C2 con ma maglia del Campobasso. Là vicino, a Lanciano, Zeytulaev il campo non l'ha praticamente mai visto. Se li è fatti tutti Rafael i quattro anni di C1 o Prima Divisione che fosse, a maturare e a farsi la gavetta vera. Sempre a Verona, con la maglia gialloblù sulla pelle, senza mai avere per un attimo l'idea di cambiare aria e di rifarsi un'altra vita calcistica. Magari il mercato non lo chiamava a gran voce, ma i procuratori ci sono soprattutto per questo. «Ho sempre creduto in questa società ed in questa maglia. Ho avuto ragione io», ha continuato a ripetere Rafael quando il quadro cominciava ad essere più sereno. Anche lunedì durante la diretta di RadioVerona ha detto le stesse cose, inappuntabile in giacca e cravatta nel dietro le quinte di un'Arena gremita che non vedeva l'ora di riabbracciare i suoi beniamini, sorridente quando un tifoso gli ha chiesto se preferirebbe parare una punizione di Pirlo o un rigore di Balotelli. Problemi lontani, anche troppo. Ci sarà tempo per pensarci.
UN ALTRO PROFILO. Ha cambiato passo Rafael. Miglior portiere della Serie B, non solo perché è stato il meno battuto. Cresciuto a pane e lavoro sul campo, freddo in ogni momento, supportato da un carattere solido che l'ha aiutato tanto quando il Bentegodi qualche dubbio ce l'aveva e non faceva niente per nasconderlo. Acqua passata, Rafael si è preso Verona dall'inizio alla fine. Da Piazza Erbe ad uno stadio intero, passando per sofferenze e perplessità. Allenamento dopo allenamento ha alzato il suo livello di rendimento, eliminato certe amnesie, corretto altre lacune, preso coscienza fino in fondo di quanto vale davvero. È arrivato tardi in Serie A, il suo talento meritava un percorso più agevole. Ma per uno che cinque anni fa era sull'orlo della C2 può anche andar bene così.
Alessandro De Pietro
25.05.2013
Emozione Bagnoli «Finalmente l'Hellas in A»
Era emozionato anche lui. Non poteva non essere altrimenti. Il «suo» Verona è di nuovo in serie A. «Proprio dove merita di stare». Qualche lacrima è scesa, sia contro l'Empoli che lunedì sera in Arena in occasione della festa dei 110 anni. Anzi, più di una. Aveva la pelle d'oca Osvaldo Bagnoli. E ce l'ha ancora. «Sono molto contento che dopo undici anni l'Hellas sia riuscito a tornare ad alti livelli. In passato ce la siamo vista davvero brutta, sfiorando addirittura la serie C2. Ora è bello tornare a festeggiare qualcosa di importante».
Sabato scorso l'ex tecnico gialloblù che condusse Preben Elkjaer e compagni alla conquista dello storico scudetto nel 1985 era al Bentegodi, seduto in tribuna. Mai e poi mai si sarebbe perso una sfida così. Al fischio finale ha esultato a modo suo. Composto e senza esagerare, come sempre. Anche se dentro, il cuore stava battendo a mille. «È stata una grande emozione – conferma Bagnoli -. Dopo la partita sono andato a casa e ho seguito i festeggiamenti dalla tv. Un giro in piazza Bra? No, sono un ex e se mi fossi fatto vedere, sicuramente mi avrebbero coinvolto. Ho preferito rimanere a casa». Lunedì sera in Arena, l'Osvaldo è salito sul palco, davanti a migliaia di tifosi. Da solo, prima dei suoi «ragazzi» del tricolore. Una cornice da brividi, un'atmosfera da brividi.
L'ovazione c'è stata. I veronesi hanno urlano e cantano il suo nome «e io sono rimasto bloccato in preda all'emozione, non riuscivo a dire nulla – confessa lui -. Mi aspettavo di venire presentato insieme alla squadra dello scudetto, invece mi hanno chiamato da solo. Ringrazio tutti i tifosi che ogni volta dimostrano tanto calore. Sappiamo che l'Hellas ha un pubblico molto attaccato ai propri colori».
Perché il tempo passa ma i ricordi non si dimenticano. Soprattutto se si parla di imprese. Quelle che restano impresse per sempre nel cuore e nei libri di storia. Ora però c'è un Verona appena promosso in serie A. «Mister Andrea Mandorlini è stato davvero bravo, la nuova società ha dimostrato solidità e sicurezza – riprende Bagnoli -. E non dimentichiamo quello che ha fatto Giovanni Martinelli: senza di lui chissà dove saremmo. Adesso ci aspetta un campionato duro e il derby con il Chievo. Non tutte le città possono vantare due squadre in serie A».
M.S.
25.05.2013
Meglio la Juve o il Sassuolo? L'importante è vincere...
Sassuolo e Verona in serie A. Un anno dopo giorno in più, giorno in meno di quei terribili play off, della passata stagione. Lì, anche gli errori, degli arbitri Massa e Tomasi, condannarono i due club a un altro anno di purgatorio oppure inferno fate voi. Ebbene, anche per togliere un po' di pressione a un ambiente come quello del Verona che dopo i giorni di gloria un po' se la sta cercando, volevo parlarvi della matricola Sassuolo e della sua favola. Per la prima volta nella loro storia gli emiliani approdano nella massima serie. La loro società, tanto per gradire, al di là delle promesse, sta valutando un'operazione clamorosa: acquistare lo Stadio Giglio di Reggio Emilia. Verrebbero così superate le difficoltà che spesso il club neroverde ha incontrato nel gareggiare al Braglia di Modena. Dal portiere Alberto Pomini al team manager Stefano Fattori per finire al diesse Nereo Bonato, sono i veronesi che hanno contribuito insieme a tutti gli altri all'impresa. Già perchè a Sassuolo parlano di impresa. Poco importa che al termine dell'andata, la squadra che aveva frantumato tutti i record - erano ben 48 i punti conquistati - si sia guadagnata la A soltanto all'ultimo assalto.
Eusebio Di Francesco è stato il condottiero del gruppo. Per lui un contratto annuale, che verrà rinnovato presto. Dopo il derby con il Modena, si era spenta la luce in casa neroverde. Già nella gara con il Verona, il Sassuolo aveva rischiato molto. Magari l'Hellas, meritava più a Modena che al Bentegodi nella gara d'andata, però il calcio non è matematica altrimenti Gomez avrebbe segnato i 14 gol dell'anno precedente e Rivas sarebbe stato quello di Varese. Con quei tre punti del Braglia il Verona avrebbe potuto sciogliersi e avvicinarsi alla fatica asticella fissata dal presidente Setti a quota 90. Difficile raggiungerla anche perchè Mandorlini a differenza di Azzaro (coach del salto in alto negli anni di gloria) non aveva a disposizione una certa Sara Simeoni. O meglio l'aveva in Cacia, che però ama farsi servire a dovere in pedana per rendere al meglio. Ma non divaghiamo, parlavamo del Sassuolo. La società emiliana si era preparata per tempo al salto di categoria, visto che nel gennaio del 2012 Squinzi aveva acquistato Simone Missiroli per un milione e mezzo di euro.
In pratica il costo di Cocco, Cacia, Martinho, Laner e Sgrigna messi insieme, ingaggi esclusi s'intende. Qui grande merito va al diesse gialloblù Sogliano e al tecnico Mandorlini. Quest'ultimo abile a tradurre in risultati sul campo le intuizioni del dirigente. Inevitabile, scusate, tornare sull'Hellas. D'altronde l'anno scorso fu compagno di sventura del Sassuolo e ora insieme con la matricola emiliana, i gialloblù festeggiano la massima serie. A proposito i complimenti vanno anche a Nereo Bonato, che se ne andò dal Verona in punta di piedi dopo aver fallito la promozione. Quel Verona comunque restò in testa al campionato per 24 partire consecutive, prima di cadere dentro la forca dei play off. Quest'anno per Bonato e Fattori, sembrava ripresentarsi il fantasma di quella stagione maledetta ma hanno tenuto duro, non hanno mai messo in discussione Di Francesco e oggi festeggiano un evento unico per Sassuolo. I numeri sono inequivocabili. Senza l'ausilio di quelli Antonio Conte oggi non sarebbe alla guida della Juventus. Un modello al quale, giustamente s'ispira il presidente Maurizio Setti. Piace la sua ambizione e piace il suo voler imitare la Juve. Ma sinceramente, sarebbe sufficiente copiare il Sassuolo. In fin dei conti ha speso più del Verona, per avere tre punti in più. La matematica non è un'opinione. Questo lo sanno tutti anche a Verona.
FONTE: LArena.it
Setti-Alfonseda, incontro speciale con gli ex Barça
Postata il 26/05/2013 alle ore 11:37
In occasione delle celebrazioni per i 110 anni, i due presidenti si sono visti a Verona. Setti: "Il loro modello, oltre che nello sport, è anche nella vita: è da apprezzare"
VERONA - Un incontro speciale con l'Agrupacio Barça Jugadors. Il presidente Ramon Alfonseda, in rappresentanza del gruppo degli ex calciatori blaugrana, è stato in visita a Verona in occasione della festa dei 110 anni del club gialloblù per incontrare il presidente Maurizio Setti. Alfonseda, accompagnato da Franco Nanni (presidente degli A.s.d Ex Gialloblù), si è intrattenuto per un'ora con Setti. Foto di rito e scambio di magliette celebrative, con la riproduzione storica della maglia del Barcellona Anni '70 con impresso il numero 110.
Ecco il commento del presidente Maurizio Setti: "Un momento molto bello per noi, gli ex calciatori del Barcellona svolgono una funzione incredibile e sociale molto importante, anche per la vita del club. Anche gli Ex Gialloblù di Franco Nanni, che è un amico e lo ringrazio, stanno portando avanti un lavoro che va premiato. Il Barcellona è un modello nella vita, oltre che nello sport".
Ufficio Stampa
Mandorlini in campo per beneficenza
Postata il 26/05/2013 alle ore 11:00
L'allenatore ha dato il calcio d'inizio, insieme al sindaco Flavio Tosi, del match fra Nazionale Cantanti e una selezione di ex gialloblù, rinforzata da Luca Ceccarelli
VERONA - Andrea Mandorlini ha dato il calcio d'inizio fra la Nazionale Cantanti e una selezione di ex gialloblù (rinforzata dal capitano dell'Hellas Verona, Luca Ceccarelli). L'evento, al quale ha partecipato anche il sindaco Flavio Tosi, si è svolto venerdì sera in via Sogare e l'intero incasso sarà devoluto al fondo di solidarietà Caritas, segnalato dal Comune di Verona.
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - =
NBA: I primi finalisti sono gli SPURS che dopo il 'cappotto' con i GRIZZLIES vincono la Western Conference, in serata gara 4 tra HEAT e PACERS, la squadra di Miami conduce per 2 a 1 per l'altra Conference...
TENNIS: Al 'Roland Garros' tennista dimostra all'arbitro che ha sbagliato fotografando la traccia sulla terra rossa!
SERIE A: Rafa BENITEZ nuovo allenatore del NAPOLI
VITA DA EX: BJELANOVIC 'Sto bene al Cluj, ma lItalia è casa mia...'
CICLISMO: NIBALI trionfa nel 'Giro d'Italia'! Grandissimo il ciclista siciliano che non ha avuto avversari e ha attaccato (e vinto) pure nell'epica tappa delle Tre Cime di Lavaredo resa durissima dalle condizioni meteo...
FORMULA 1: GP di Montecarlo alla MERCEDES che con ROSBERG ha tagliato il traguardo per prima davanti alle RED BULL di VETTEL e WEBBER. ALONSO solo 7°, paura per MASSA coinvolto in un brutto incidente (se la caverà con un collarino)...
COPPA ITALIA ALLA LAZIO che con LULIC fa lo 'scherzetto' alla ROMA dopo 70 minuti di gara tirata! I biancazzurri agguantano in questa maniera anche l'Europa League che era sfuggita dopo il 7° posto in campionato proprio dietro ai giallorossi e la possibilità di giocarsi la Supercoppa conto la JUVENTUS Campione d'Italia...
CHAMPIONS LEAGUE: Il BAYERN MONACO conquista la sua quinta 'Coppa dalle grandi orecchie' a pochi minuti dalla fine con un gol di ROBBEN ma il BORUSSIA DORTMUND forse avrebbe meritato di più...
SAN ANTONIO, 'CAPPOTTO' 4-0 A MEMPHIS: GLI SPURS VOLANO IN FINALE NBA -VIDEO
Martedì 28 Maggio 2013
MEMPHIS - San Antonio cala il poker, travolge Memphis con il cappotto e vola alle finali Nba. Gli Spurs vincono 93-86 sul campo dei Grizzlies in gara 4 della finale della Western Conference e chiudono la serie con un perentorio 4-0.
I texani tornano a disputare la sfida per il titolo a 6 anni di distanza dall'ultima apparizione nelle Finals e dall'ultimo trionfo. A trascinare la squadra è Tony Parker, che domina con 37 punti (15/21 al tiro), 6 assist e 4 rimbalzi. Il 31enne play franco-belga incanta in gara 4 completando una serie eccellente, con 24,5 punti e 9,5 assist di media. Accanto a lui, lasciano il segno Tim Duncan (15 punti e 8 rimbalzi) e Kawhi Leonard (11 e 6).
«È una sensazione incredibile, è difficilissimo andare alle finali e vincere un titolo. Nel 2007 ho vinto il terzo campionato in 5 anni, quando si è giovani si pensa che si possa fare qualcosa del genere ogni anno. Ora sono passati 6 anni da quel trionfo e diventa sempre più dura. È ancor più speciale, dopo tutti questi anni, tornarci ancora con lo stesso allenatore e con gli stessi 'big three'», dice Parker celebrando l'era griffata da coach Gregg Popovich e dalla collaborazione in campo con Duncan e Manu Ginobili.
Memphis esce di scena senza conquistare nemmeno una vittoria. I Grizzlies, che tirano con un modesto 37%, riescono a portarsi a -3 (86-89) a 49''7 dalla sirena: da lì in poi, però, non segnano più mentre Parker blinda il successo degli Spurs dalla lunetta.
Memphis alza bandiera bianca nonostante i 22 punti di Quincy Poindexter, l'unico a chiudere il match con percentuali decenti (7/11). Marc Gasol (14 punti e 5 rimbalzi) e soprattutto Zach Randolph (13 e 8 con 4/13 al tiro) non trovano la chiave per aprire la difesa texana.
Arriva lo 'sweep' (il cappotto) e la stagione del gruppo guidato da coach Lionel Hollins finisce qui. Gli Spurs, dopo il 4-0, si accomodano sul divano per seguire la finale della Eastern Conference. Nella serata americana i Miami Heat, avanti 2-1, fanno visita agli Indiana Pacers in gara 4.
TENNIS, ROLAND GARROS: IRRITATO CONTRO L'ARBITRO, FOTOGRAFA L'ERRORE
Martedì 28 Maggio 2013
PARIGI - Cose mai viste nel celebre torneo di tennis del Roland Garros. Irritato da una chiamata del giudice di linea, l'ucraino Sergiy Stakhovsky, durante il match contro il francese Richard Gasquet, ha tirato fuori il suo cellulare e ha scattato una foto del segno lasciato dalla palla sulla terra rossa. Il numero 101 del mondo ha prima protestato per un suo colpo incrociato giudicato fuori dal giudice di linea e che per lui era invece buono. L'arbitro di sedia, Carlos Ramos, non ha però cambiato la decisione. Allora Stakhovsky ha deciso di raccogliere le prove di quanto sosteneva scattando una foto del segno con il telefono ma inutilmente. Alla fine l'ucraino è stato sconfitto in tre set da Gasquet con il punteggio di 6-1, 6-4, 6-3
GIRO, DELIRIO ROSA A BRESCIA PER NIBALI. "CORONO IL SOGNO DI UNA VITA"
Domenica 26 Maggio 2013
BRESCIA - La città incorona Nibali, vincitore del Giro, e lungo il percorso dell'ultima tappa è delirio per la maglia Rosa. Intanto, Mark Cavendish è implacabile in volata e sigilla il suo quinto successo nella corsa. In un Giro con poche occasioni per gli sprinter, torna a casa con cinque vittorie e la maglia rossa della classifica a punti. Ma a Brescia è il gran giorno di Vincenzo Nibali, incoronato dopo un giro corso da vero padrone, in cui nessuno ha mai avuto la sensazione che potesse esserci un vincitore diverso. Tra avversari andati a casa dopo mille difficoltà (Wiggins, Hesjedal) e quelli rimasti in corsa, nessuno ha mai dato l'impressione di poterlo impensierire.
LA TAPPA L'ultima frazione, 197 km da Riese a Pio X, è stata la classica passerella. Gruppo ad andatura turistica fino all'ingresso nel circuito di Brescia, e poi tutti al lavoro per i velocisti. Molto toccante il saluto del 40enne Stefano Garzelli, apparso commosso, a cui il gruppo ha concesso di varcare per primo il traguardo al primo passaggio.
LE MAGLIE Con la tappa di oggi anche la maglia rossa cambia padrone, con Nibali che la cede a Cavendish. Grande festa per l'azzurra di Pirazzi (miglior scalatore), e la bianca di Betancur (miglior giovane), un cavallino di razza che presto potrebbe lottare per la rosa.
IL SOGNO «È stata un'emozione unica
tutta quella gente per me. Mi sono goduto questa tappa, è stato molto bello, ma sono impressione per avere visto tutta quella gente in strada. Questa vittoria è il coronamento del sogno di una vita. Mia moglie Rachele è stata molto importante, come i miei genitori. Vederli qui è stato molto commovente». Lo ha detto Vincenzo Nibali, con gli occhi lucidi di gioia, prima di essere premiato per avere vinto il 96/o Giro d'Italia di ciclismo.
MONACO: ROSBERG TRIONFA, ALONSO SOLO 7°, MASSA KO. GOMME, PROTESTA FERRARI
Domenica 26 Maggio 2013
MONTECARLO - Rosberg su Mercedes ha vinto un movimentato ed entusiasmante Gp di Monaco, 30 anni dopo il padre Keke.
Al secondo posto Vettel su Red Bull che allunga in classifica e precede il compagno di squadra Webber. Flop per la Ferrari che si è piazzata al settimo posto con Alonso mentre Massa è andato ko per un incidente.
In zona punti sono andati anche Hamilton, Button, Vergne, Di Resta e Raikkonen.
GOMME, LA FERRARI PROTESTA Dalla richiesta di chiarimento alla protesta ufficiale. La Ferrari ha inoltrato alla Fia una lettera scritta per fare luce sui test sulle gomme effettuati dalla Mercedes dopo il Gp di Barcellona: i 1000 Km messi a disposizione dalla Pirelli erano cosa nota - sottolinea il team di Maranello - ma la Ferrari non li ha fatti perchè
per regolamento non va usata la macchina del Mondiale in corso. La questione - insiste la scuderia del Cavallino - è se c'è stata la violazione del regolamento.
"GRAZIE A DIO SONO A CASA". SOLLIEVO MASSA DOPO L'INCIDENTE A MONACO
Domenica 26 Maggio 2013
MONTECARLO - «Sono già a casa mia, è stato uno choc. Grazie a Dio e a tutti i messaggi di affetto. Va tutto bene». Felipe Massa rassicura così, tramite il profilo twitter, dopo il brutto incidente che lo ha visto protagonista al Gp di Monaco, il secondo dopo quello nelle libere di ieri. Il pilota della Ferrari, portato in ospedale per accertamenti è tornato a casa: ha
un collarino di protezione per la botta.
COPPA ITALIA ALLA LAZIO: LULIC DECIDE IL DERBY CONTRO LA ROMA -FOTO
Domenica 26 Maggio 2013
ROMA - La Capitale si colora di bianceleste. Con un gol di Lulic nel secondo tempo, la Lazio batte la Roma nello storico derby in finale di Coppa Italia e si aggiudica il trofeo per la sesta volta.
Gli uomini di Petkovic si aggiudicano il trofeo e l'accesso alla prossima Europa League. Grande gioia allo stadio per tifosi e giocatori della Lazio, con i giallorossi in lacrime.
HERNANES: "MOMENTO UNICO" «È un momento unico, la vita deve essere vissuta per avere emozioni così ». Anderson Hernanes non riesce quasi a parlare per l'emozione del derby vinto nella finale di Coppa Italia: «Oggi scriviamo i nostri nomi per sempre nella storia della Lazio. Sapevo - ricorda il brasiliano ai microfoni della Rai - che la Roma avrebbe vinto con l'Inter in semifinale e già pensavo a come riscattare quel rigore sbagliato: ci siamo riusciti, eravamo troppo concentrati non potevamo non vincere».
IL TABELLINO
ROMA (4-2-3-1): Lobont 5, Marquinhos 6, Burdisso 6, Castan 6, Balzaretti 5.5 (30' st Osvaldo sv), Bradley 6, De Rossi 5.5, Lamela 5, Totti 6, Marquinho 5 (37' st Dodò sv) Destro 5.5. (Goicoechea, Svedkauskas, Piris, Romagnoli, Torosidis, Taddei, Florenzi, Pjanic, Perrotta, Tachtsidis). All.: Andreazzoli 5.
LAZIO (4-1-4-1): Marchetti 6, Konko 6.5, Biava 6.5, Cana 6, Radu 6, Ledesma 6.5 (8' st Mauri 6), Candreva 6.5, Onazi 6 (46' st Ciani sv), Hernanes 6 (39' st Gonzalez sv), Lucic 7.5, Klose 6. (Bizarri, Strakosha, Dias, Pereirinha, Stankevicius, Ederson, Crecco, Kozak, Floccari). All.: Petkovic 7. Arbitro: Orsato di Schio 6 Reti: nel st 26' Lulic Angoli: 5-1 per la Lazio Recupero: 0' e 4' Espulsi: Tachtidis dalla panchina per proteste Ammoniti: Ledesma, Balzaretti, Marquinho, Hernanes, Klose, Lulic per gioco scorretto, Burdisso e Totti per proteste Spettatori: 60 mila circa
**I GOL - 26' st: cross di Candreva dalla destra, Lobont in tuffo respinge e manda fuori tempo Marquinhos, sul secondo palo l'accorrente Lulic ha tutto il tempo di insaccare sul palo opposto per il gol dell'1-0 che vale la Coppa Italia e l'accesso all'Europa League.
LITE IN TRIBUNA STAMPA Momenti di tensione in tribuna stampa al triplice fischio della finale di coppa Italia. A contatto un giornalista del sito la Laziosiamonoi.it e uno del sito Romanews.eu. I due sono stati bloccati da alcuni colleghi prima dell'arrivo degli steward.
FISCHIATO PSY Fischi, 'buu' e l' esplosione di alcuni petardi: brutta l'accoglienza dell'Olimpico per il cantante coreano Psy durante la sua esibizione nel programma della finale di Coppa Italia. Oltre ai fischi, dalla curva Sud sono partiti anche 'buù per coprire i quali è stato necessario alzare al massimo il volume della base delle canzoni del coreano. 'Io amo l'Italia', le parole del coreano dopo la prima esibizione;al termine del tormentone Gangnam Style il coreano, visibilmente imbarazzato, si è congedato con un 'grazie'.
PETARDI IN CURVA SUD Tensione all'entrata dello stadio Olimpico dove un gruppo di tifosi ha esploso dei petardi, dopo aver varcato il primo cancello dal lato del Ponte duca D'Aosta, nella curva sud. Le forze dell'ordine hanno disperso il gruppo con una carica di alleggerimento.
ASCE, COLTELLI E BASTONI Ieri sera durante i controlli, nei pressi dello stadio Olimpico, sono stati trovati coltelli, picconi ed asce artigianali, nascosti all'interno dei sacchi sotto il ponte Della Musica. Altri sacchi, erano stati trovati sotto Ponte Duca D'Aosta con sassi e bastoni. La polizia è arrivata a scoprire zaini e sacchi, che contenevano anche una scatola di materiale infiammabile, dopo aver notato due giovani che li abbandonavano con aria sospetta sotto il ponte. Gli agenti, secondo una nota della questura, impegnati in controlli in vista del derby di oggi, hanno visto i due compiere la manovra e allontanarsi velocemente. I poliziotti hanno ispezionato quel tratto dell'argine del Tevere, a poche centinaia di metri dall'Olimpico, dove hanno trovato il materiale, che è stato sequestrato dopo i rilievi della Scientifica. Ieri pomeriggio segnalato anche l'acquisto sospetto da parte di due giovani in un centro commerciale di Roma di alcune accette. I ragazzi, secondo quanto ricostruito, sono andati nell'area predisposta al taglio della legna del centro commerciale e hanno ridotto della metà i manici delle accette, probabilmente per maneggiarle meglio. Anche su questo episodio sono in corso le indagini della Digos per identificare i due giovani.
L'ALBO D'ORO Questo l'albo d'oro della Coppa Italia: 1922 Vado; '35-'36 Torino; '36-'37 Genoa; '37-'38 Juventus; '38-'39 Ambrosiana Inter; '39-'40 Fiorentina; '40-'41 Venezia; '41-'42 Juventus; '42-'43 Torino; '58 Lazio; '58-'59 Juventus; '59-'60 Juventus; '60-'61 Fiorentina; '61-'62 Napoli; '62-'63 Atalanta; '63-'64 Roma; '64-'65 Juventus; '65-'66 Fiorentina; '66-'67 Milan; '67-'68 Torino; '68-'69 Roma; '69-'70 Bologna; '70-'71 Torino; '71-'72 Milan; '72-'73 Milan; '73-'74 Bologna; '75-'76 Napoli; '76-77 Milan; '77-'78 Inter; '78-'79 Juventus; '79-'80 Roma; '80-'81 Roma; '81-'82 Inter; '82-'83 Juventus; '83-'84 Roma; '84-'85 Sampdoria; '85-'86 Roma; '86-'87 Napoli; '87-'88 Sampdoria; '88-'89 Sampdoria; '89-'90 Juventus; '90-'91 Roma; '91-92 Parma; '92-93 Torino; '93-'94 Sampdoria; '94-'95 Juventus; '95-'96 Fiorentina; '96-'97 Vicenza; '97-'98 Lazio; '98-'99 Parma; '99-2000 Lazio; 2000-'01 Fiorentina; 2001-'02 Parma; 2002-'03 Milan; 2003-'04 Lazio; 2004-'05 Inter; 2005-'06 Inter; 2006-'07 Roma; 2007-'08 Roma; 2008-'09 Lazio; 2009-'10 Inter; 2010-'11 Inter; 2011-'12 Napoli; 2012-'13 Lazio.
Bayern Monaco campione d'Europa
Robben spezza il sogno del Borussia
Sabato 25 Maggio 2013
ROMA - Bayern campione d'Europa. La finale con il Borussia Dortmund finisce 2-1 per i tedeschi di Robben, autore del gol vittoria.
I gol tutti nella ripresa. Al 14' Mandzukic, al 22' su
rigore pareggio del Borussia con Gundogan, al 44' Robben segna il gol vittoria per il Bayern.
La partita
Un gol di Arjen Robben decide il derby tedesco di Wembley, la Champions League 2013 è del Bayern Monaco che nella finale di Londra batte al foto-finish il Borussia Dortmund. Un epilogo nella logica del calcio: ha vinto la squadra più forte, la più ricca, la più esperta. Non necessariamente la migliore, almeno non questa sera. Perchè le due finaliste si sono equivalse: meglio il Borussia nella primo terzo di gara, superiore il Bayern a cavallo dei due tempi. E gli ultimi minuti sono stati un assalto all'arma bianca su entrambi i fronti, che ha premiato i neo-campioni di Germania, al quinto alloro continentale. Il miglior commiato possibile per Jupp Heynckes che lascia a Pep Guardiola dopo aver vinto la sua seconda Champions (aveva già trionfato nel 1998 alla guida del Real Madrid). Ed essersi preso la meritata rivincita dopo la beffa di 12 mesi fa quando aveva perso in finale all'Allianz Arena contro il Chelsea. Si dice che dopo quella sconfitta il tecnico tedesco abbia cancellato le vacanze, mettendosi subito al lavoro per preparare la sua ultima stagione in Bavaria. E stasera ha capito che ne è valsa la pena. Il primo tempo, pur avaro di gol, è uno spot non solo al fussball ma al calcio di ogni latitudine. Merito di due squadre che si affrontano a viso aperto, senza timori reverenziali (Borussia Dortmund) nè tatticismi (Bayern Monaco). Fioccano così le occasioni da rete: in maggioranza del Borussia, pericolosissime quelle dei bavaresi.
Il primo tempo
Apre le ostilità Robert Lewandowski, al 13'pt con un destro da oltre 25 metri, Manuel Neuer si salva in angolo. Addirittura prodigioso il portiere bavarese un minuto più tardi quando sul centro basso di Marco Reus respinge di piede la girata sotto misura di Jakub Blaszczykowski. È ancora Reus, al 19'pt, ad innescare Kevin Grosskreutz, puntuale Neuer in angolo. Il Borussia è in trans agonistica, gioca a velocità supersonica senza mai rallentare. Robben e Frank Ribery sono costretti a fare i terzini aggiunti, in attacco il Bayern è inesistente. Ma ha il merito di saper reggere l'urto. E al 26'st arriva il suo primo graffio sulla partita: sul cross dalla sinistra di Ribery, incornata di Mario Mandzukic: acrobatico salvataggio di Roman Weidenfeller. Scoccata la mezz'ora, complice l'inevitabile rifiatare del Borussia, i bavaresi alzano il baricentro. E con Robben hanno due occasioni per passare: prima l'olandese cerca un inutile scalino su Weidenfeller in uscita, quindi sbaglia il pallonetto. In mezzo un altro acuto di Lewandowski che si libera in area di David Alaba, ma viene stoppato da Neuer in uscita.
Il secondo tempo
Che l'inerzia della partita sia cambiata lo confermano però anche i primi minuti della ripresa. Perchè il Borussia sembra aver ormai smarrito l'esuberante sfrontatezza della prima mezz'ora. Di contro il Bayern, installatosi nella trequarti del Dortmund, comanda il gioco. E trova il vantaggio, probabilmente irregolare. Perchè quando Ribery chiude il triangolo con Robben nell'area del Borussia, Mandzukic è in posizione di fuorigioco. Sul proseguo dell'azione, cross basso dell'ala olandese e comodo tap-in del centravanti croato. La squadra di Klopp accusa il colpo è fatica a reagire. Ci pensa allora Dante a dargli una mano con un intervento inutile quanto scomposto su Reus: rigore netto trasformato alla perfezione da Kevin Grosskreuz. Inizia un'altra partita, squadre più lunghe, la tattica lascia il campo alla pura voglia di vincere. Si strozza in gola l'esultanza dei tifosi del Bayern quando sulla linea di porta Neven Subotic salva il rasoterra di Thomas Muller. E anche quando Weidenfeller respinge coi pugni su Bastian Schweinsteiger. Ma scoppia il tripudio ad un minuto dalla fine. Merito del tocco gentile di Robben, l'olandese che decide la sfida di Bundesliga. Sotto gli occhi pieni d'orgoglio della cancelliera Angela Merkel, in tribuna seduta accanto al presidente della Uefa Michel Platini.
Le azioni più pericolose e i gol
1° lancio in verticale per Mandzukic, anticipato di testa da Hummels.
19° lancio in verticale per Reus che tenta il sinistra dal limite: Neuer non rischia e coi pugni mette in angolo.
25° Muller prova a lanciare in area Mandzukic, anticipato in extremis da Hummels. Weidenfeller devia un colpo di testa di Mandzukic e salva il risultato. Il Bayern aumenta la pressione, il Borussia vacilla.
Fine primo tempo, durante il quale il Dortmund è partito meglio impegnando Neuer con Reus (2), Blaszczykowski e Lewandowski. Poi, però, è venuto fuori il Bayern che ha avuto almeno alcune occasioni per passare con Mandzukic, Martinez e Robben che, lanciato per ben due volte solo davanti a Weidenfeller.
Secondo tempo
9° perfetta chiusura in scivolata di Piszczek su Ribery lanciato sulla sinistra. Poi il lancio al limite per Schmelzer, anticipato di testa da Lahm.
14° Mandzukic porta in vantaggio il Bayern. Ribery lancia in area sulla sinistra Robben che evita Weidenfeller in uscita e centra per Mandzukic che da due passi insacca a porta vuota.
22° fallo di Dante su Reus lanciato in area sulla sinistra. Rigore per il Borussia: batte Gündogan, 1-1
43° Robben porta il vantaggio il Bayern: 2-1. Tacco di Muller al limite per Robben che salta Subotic e con un tocco in diagonale batte Weidenfeller in uscita
Le formazioni
Borussia Dortmund (4-2-3-1): Weidenfeller; Piszczek, Hummels, Subotic, Schmelzer; Bender, Gündogan; Blaszczykowski, Grosskreutz, Reus; Lewandowski. All. Klopp
Bayern Monaco (4-2-3-1): Neuer; Lahm, J. Boateng, Dante, Alaba; Schweinsteiger, J. Martinez; Robben, Müller, Ribery; Mandzukic. All. Heynckes
Arbitro: Rizzoli (Ita).
FONTE: Leggo.it
27.05.2013
Manassero è entrato nella storia
GOLF. A vent'anni si aggiudica in Inghilterra il Bmw Pga Championship, ed è il più giovane vincitore della manifestazione. Il primato resisteva dal '69 Le 4 buche di spareggio considerate un capolavoro Agnelli: «Si merita tutto»
Matteo Manassero ha scritto una piccola pagina della storia del golf diventando il più giovane vincitore della Bmw Pga Championship, l'evento più importante dell'European Tour di golf dopo l'Open Championship. Sul percorso del Wentworth Club (par 72), a Virginia Water in Inghilterra, il veronese (69 71 69 69, -10) ha concluso le 72 buche alla pari con l'inglese Simon Khan (69 72 71 66), e con lo scozzese Marc Warren (69 70 70 69) e poi ha prevalso con un birdie alla quarta buca supplementare. Manassero è diventato così il più giovane vincitore (20 anni, 37 giorni) della manifestazione, strappando il primato a Bernard Gallacher (20 anni, 97 giorni), che resisteva dal 1969, ed il secondo azzurro a imporsi dopo Costantino Rocca, a segno nel 1996.
È il quarto titolo per lui dopo quelli nel Castello Masters (2010), nel Malaysian Open (2011) e nel Singapore Open (2012, anche questo ottenuto dopo playoff). Il successo italiano è stato completato dalle ottime prove di Francesco Molinari, nono con 281 (-7) dopo essere stato al comando nei primi due turni, e di Edoardo Molinari, 19° con 283 (-5). Le quattro buche di spareggio di Manassero sono state un autentico capolavoro golfistico: ha messo a segno quattro birdie fiaccando la resistenza di un ottimo Simon Khan, vincitore a Wentworth nel 2010, mentre Warren era uscito di scena alla prima buca avendo spedito la palla tra gli alberi con il driver. Manassero, oltre alla soddisfazione della vittoria, ha guadagnato 791.660 dollari su un montepremi di 4.750.000 e si è assestato attorno al trentesima posizione nel Wolrd ranking.
«È stata una settimana fantastica», il commento di Matteo, «e ho ottenuto un successo che mi gratifica oltre misura perchè ho sempre visto Wentworth con una location speciale. Il titolo è un premio per quanto ho fatto vedere in campo, ma anche per il tanto lavoro che ho fatto in questo periodo». «Per il golf italiano è una vittoria eccezionale», ha aggiunto il presidente di Federgolf Franco Chimenti. «Manassero ha mostrato, ad appena vent'anni, l'esperienza di un veterano, trovando le contromisure giuste ad ogni situazione di gioco, anche la più complicata. Sono sempre più convinto che riuscirà a darci una grandissima soddisfazione alle Olimpiadi di Rio». «Sono felice per la vittoria al Bmw Pga Championship: al suo esordio nel professionismo abbiamo creduto in lui», conclude Andrea Agnelli, «dopo averlo seguito nel suo percorso da dilettante. È stata una felice intuizione nei confronti di un giovane golfista che merita tutto quello che sta ottenendo».
27.05.2013
Lulic, è gioia Lazio La Coppa a Lotito Crolla la Roma
LA FINALE. Basta una rete nella ripresa a far volare le «aquile»
Biancocelesti in Europa League Decisiva una «papera» di Lobont La sconfitta potrebbe allontanare definitivamente Andreazzoli
ROMA Il «derby de noantri» è stato deciso da una papera del portiere Lobont e dal conseguente gol del bosniaco Lulic. Ma, errore a parte, a noi è sembrato che la Lazio abbia fatto di più per vincere. La foga e l'agonismo hanno preso inizialmente il sopravvento in questo derby che è cominciato meglio per la Lazio. La Roma ha dato l'impressione di cercare spazi per colpire, ma i biancocelesti hanno inciso di più, trovando un Lobont molto reattivo sul loro cammino. La partita è apparsa intensa, ma priva di qualità e Orsato ha dovuto usare spesso i cartellini. La Roma ha sperato troppo che Totti facesse il miracolo, ma stavolta i tentativi del capitano sono stati pochi e vani. Così il gol di Lulic, in combutta con l'errore di Lobont, hanno spezzato l'equilibrio dopo 71'. Ben altra atmosfera rispetto al clima di Wembley, all'Olimpico romano per questo derby avvelenato alla vigilia dalle minacce di morte ricevute da alcuni giocatori della Lazio, che evidentemente non ne sono rimasti impressionati. Per fortuna, solo fastidiosi mortaretti e fumogeni, dentro lo stadio. Ma noi siamo questi, nulla da fare. Ha vinto la Lazio, che ha raggiunto quota sei Coppe nazionali. La Roma è rimasta ferma a nove. Totti ha fallito un traguardo importante; Petkovic ha concluso con qualcosa di tangibile una stagione diventata ora positiva, acchiappando per la coda quell'Europa League che gli era sfuggita in campionato e la Supercoppa con la Juventus.
La Roma, che pure aveva cominciato con i migliori auspici la stagione, ha finito male: i derby non hanno portato bene ai giallorossi, insomma. Il tecnico romanista ha preferito partire con Destro di punta, chiamando Osvaldo (che gliene ha dette quattro) nel finale. Petkovic ha schierato Cana in difesa e Onazi a centrocampo. La Lazio è partita meglio e nel corso del primo tempo ha dato la sensazione di giocare con maggiore fluidità, creando sostanzialmente due vere occasioni: con Lulic al 4' (deviazione di Lobont) e con Klose di testa al 35' (intervento d'istinto del portiere giallorosso). Si è fatto apprezzare Onazi a centrocampo, dove spesso i biancocelesti sono apparsi più concreti dei giallorossi. Fra i romanisti Lamela si è visto poco, mentre attivo è sembrato Marquinho. Totti ha tentato il tiro da lontano, Bradley ha messo fuori una buona palla in diagonale al 10', mentre la vera occasione l'ha avuta di testa al 45' Destro (per il resto poco presente), ma ha messo alta la palla di Marquinhos. Anche la ripresa è cominciata in maniera farraginosa. I duelli Candreva-Balzaretti e Ledesma-Totti sono stati piuttosti equilibrati, mentre Hernanes non è apparso in giornata. Petkovic ha sostituito l'infortunato Ledesma (ammonito) con Mauri con l'arretramento del «profeta». Onazi è passato su Totti. La stanchezza ha reso meno lucidi i giocatori.
Il capitano giallorosso ha cercato vanamente la porta al 14'. La Roma ha cercato di prendere campo, ma ha tentato quasi sempre da lontano. Lulic al 23' ha innescato Mauri che da destra non ha trovato Klose. Ci ha provato anche Destro, rasoterra: non facile sorprendere Marchetti. La Lazio ha sbloccato la gara al 26': da Mauri verso destra, traversone di Candreva, papera di Lobont e Marquinhos non è riuscito a impedire a Lulic di insaccare. Poi un salvataggio di Marchetti sotto la traversa su punizione di Totti. Andreazzoli ha inserito Osvaldo al posto di Balzaretti per dare maggior spinta alla Roma. Mauri ha tirato su Lobont la palla del 2-0. Con l'espulsione di Tachsidis dalla panchina è calata la tela su un derby non bello, nervoso e che ha esaltato (per il risultato) la Lazio. Andreazzoli, addio!
27.05.2013
Robben alle stelle «Meritavamo noi» Klopp a testa alta
IL GIORNO DOPO. Il commento dei protagonisti della finalissima
Il tecnico del Borussia. «All'altezza fino all'ultimo» Incontentabile Heynckes: «Non è ancora finita. Il Bayern deve vincere anche la Coppa di Germania»
LONDRA Il miglior addio possibile al Bayern Monaco: come già in occasione del suo precedente trionfo, nel 1998 alla guida del Real Madrid, Jupp Heynckes si congeda dal Bayern Monaco alzando al cielo la Champions League. Un successo che segue quello della Bundesliga e che potrebbe culminare con la tripletta in Coppa di Germania tra una settimana. Alla vigilia della finale, il tecnico bavarese aveva fatto sfoggio di certezze, ma il titubante avvio gara della sua squadra ha richiesto accorgimenti all'intervallo. «Nella prima mezz'ora non c'eravamo in campo, non eravamo in partita. Entrambe le squadre sentivano la pressione del momento ma per noi, che da tutti eravamo indicati come i favoriti, è stata ancora più difficile. Sono dovuto intervenire nell'intervallo per cambiare alcune cose. Ed ha funzionato».
Ma per il perfetto addio manca ancora una partita, la finale di Coppa di Germania che potrebbe completare una fantastica tripletta. «Ora festeggiamo che ce lo meritiamo ma poi vogliamo vincere anche l'ultima partita della stagione. Complimenti ai miei ragazzi, sono una squadra fantastica, non potevo chiedere di più», conclude Heynckes. Emozionato fin quasi all'incredulità il match-winner, Arjen Robben. «È difficile esprimere il mio stato d'animo perchè sento troppe emozioni in questo momento - ha dichiarato l'ala olandese -. Lo scorso anno è stata una tale delusione che non vedevamo l'ora di riscattarci. E poi per noi questa era la terza finale in quattro anni. Sentivamo di meritarci questa coppa, ma è stata davvero dura. Ho pensato a tutta la mia carriera quando ho segnato, è stato un brivido bellissimo». Non cerca alibi, al contrario dimostra una lucidità d'analisi pari solo alla sportività Jurgen Klopp. Smaltita la delusione con un battibecco con Pierluigi Collina, il tecnico del Borussia Dortmund ha riconosciuto la flessione della sua squadra nel finale. I gialloverdi sono rimasti comunque in gara fino agli istanti finali della sfida con i bavaresi.
«Abbiamo disputato una grande partita, e ai miei giocatori ho detto che torneremo a giocare una finale. Magari non a Wembley, ma giocheremo un'altra finale - le parole di Klopp -. Bisogna sempre rispettare il risultato del campo, dunque complimenti al Bayern che ha vinto. Non ho visto il gol decisivo, è scaturito da una punizione e noi non eravamo disposti in modo corretto. A quel punto però era troppo tardi per reagire. Per noi è stata una stagione molto dura, e si è visto dopo la mezz'ora della ripresa». Ma la chiusura del tecnico è carica di grande orgoglio. «Abbiamo perso ma abbiamo dimostrato che abbiamo meritato di arrivare fin qui, di giocarci questo importante trofeo. Forse non è la cosa più importante, ma deve comunque restare in noi questa consapevolezza».
FONTE: LArena.it
QUI-NAPOLI
28/05/2013
Benitez carica Napoli: vincere subito
De Laurentiis: “Rafa è un vero leader”
Il nuovo tecnico si presenta
sul suo sito web: «Città speciale
Conto sull’appoggio dei tifosi»
Il tecnico spagnolo Rafa Benitez assumerà la guida del Napoli nel mese di luglio, pronto a iniziare la nuova avventura con il suo staff tecnico che da tempo lo segue dal Liverpool, all’Inter e al Chelsea: il preparatore atletico Francisco de Miguel Moreno e allenatore dei portieri Vicente Javier Valero Berchili.
«Ora che è confermato l’accordo, posso dire che sono molto felice e molto soddisfatto di aver firmato per un grande club, con un patrimonio illustre come il Napoli. In primo luogo, per la storia del club, della città, della cultura e delle tradizioni che essa stessa racchiude. Ma devo confessare anche che sono tremendamente felice perché potrò condividere la mia passione per il calcio con i tifosi del Napoli che - è dimostrato- lo vivono in una maniera molto, molto speciale», ha spiegato Benitez sul suo sito web.
Il tecnico ha già in mente il suo nuovo progetto e punta a vincere al più presto. «Spero di poter contare su di loro, su tutti i tifosi del Napoli, e sul loro deciso appoggio in questo progetto che ci accingiamo ad iniziare. Mi piacerebbe che mi accogliessero come un membro di quella grande famiglia napoletana affinché, in questo modo, possiamo tutti insieme condividere i trionfi che inseguiremo sin dall’inizio, per i quali lotteremo e che speriamo possano arrivare in futuro, grazie al coinvolgimento, allo sforzo e al lavoro di tutti», conclude il neo tecnico del Napoli.
A dare il benvenuto a Benitez, intanto, ci ha già pensato Aurelio De Laurentiis. «Rafa mi ha detto che non vede l’ora di iniziare a conoscere Napoli, i napoletani e il dialetto partenopeo. Benvenuto!», ha scritto oggi il presidente del club partenopeo su Twitter. Sempre stamane è arrivata l’ufficialità anche sul sito del club: «Rafa Benitez è il nuovo allenatore del Napoli. L’accordo è stato siglato a Londra. La SSC Napoli è felice di accogliere un allenatore così prestigioso nella propria famiglia. Un benvenuto anche ai suoi collaboratori», si legge nella nota che comprende una breve scheda del tecnico madrileno.
FONTE: LaStampa.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Sasa Bjelanovic: "Sto bene al Cluj, ma l'Italia è casa mia"
27.05.2013 08.00 di Cristina Guerri
Fonte: Raffaella Bon
Tuttomercatoweb.com ha contattato in esclusiva Sasa Bjelanovic, attaccante de Cluj. Queste le sue parole. "Un bilancio della stagione? Dobbiamo giocare la finale di Coppa; vincerla è il nostro obiettivo primario, anche perché ci permetterebbe di giocare in Europe League. Purtroppo il primo posto ci è sfuggito, e la nostra stagione dipenderà unicamente da questa partita secca. A livello personale, comunque, posso ritenermi soddisfatto. Ho avuto piccolo problema fisico che mi ha fatto saltare qualche partita, ma è tutto passato. Il futuro?
Sono legato a questo progetto, e anche se sono in scadenza non è escluso che in caso di successo potrei restare un altro anno qua. Se ho chiuso con Italia? No, l'Italia è sempre aperto come discorso, toccherà a me deciderà quello che sarà il mio futuro; ripeto, restare qua dal punto di vista personale sarebbe una bella soddisfazione, ma l'Italia è casa mia. Ma il mercato deve ancora iniziare, è presto per parlare di questo. Il Verona in A? Hanno fatto un anno straordinario, sono contento. Dispiace invece per il Vicenza; qualcosa non è andato per il verso giusto".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com