Dall'Arena di oggi: MAURIZIO SARRI «Come potevo rifiutare questa offerta?»
Spiega: «Ho avuto l’impressione che si volessero veramente fare le cose per bene. E mi sono chiesto: chi sono io, per rifiutare una squadra come l’Hellas? Eccomi, qui, allora. Voglio provare a salvare il Verona, anche se il tempo a disposizione è poco. Non lo nascondo: mi avevano cercato anche club di serie A, ma credo che il mio posto debba essere qui, in questa città, in questa società». Maurizio Sarri, da buon toscano d’adozione, è persona concreta: non vuole regalare illusioni. «Non m’importa come, se ai play out o direttamente. L’importante è evitare la retrocessione e questa è la nostra unica missione».
Sarri, il Verona è ultimo. I margini per tirarsi fuori dai guai ci sono, ma al momento la situazione è drammatica. Ne ha mai vissute di analoghe?
Sì, lo scorso anno ad Arezzo. Arrivai all’undicesima giornata con la squadra ancora a -2 per la penalizzazione. Eppure risalimmo in campionato e, non fosse stato per una traversa all’ultimo minuto, quasi non eliminammo il Milan dalla Coppa Italia. Poi non potei completare l’opera, ma la svolta ci fu. Ora provo a darla all’Hellas.
Sarà dura?
Ad Arezzo lo fu soprattutto all’inizio, lo sarà anche a Verona ma ci sono abituato. La preoccupazione, semmai, c’è per la durata del campionato: rispetto alla serie B, la C1 ha otto partite in meno, i tempi di recupero sono ridotti. L’importante è togliere pressione alla squadra, per adesso pensiamo solo a levarci dall’ultima posizione, ci si può salvare anche ai play out. Come gioca, Sarri?
Mi piacciono le squadre con il baricentro alto, è più facile andare a segno: due mediani davanti alla difesa e quattro giocatori che sappiano essere ficcanti, veloci, muoversi negli spazi anche senza palla. I quattro davanti devono dare qualità, gli altri l’equilibrio. Ho notato che il 75 per cento dei gol arrivano su azioni veloci, che durano 3-4 secondi. Vuol dire avere recuperato palloni e averli giocati rapidamente, vuol dire avere avuto accelerazioni. Se il baricentro è alto, è più facile.
Il suo Verona potrà avere questa identità?
Non ho visto molte partite dell’Hellas. La sensazione comunque è che si fossero persi i valori di squadra, probabilmente per l’approccio sbagliato al campionato e per la troppa foga nel voler superare momenti difficili. Tanti sforzi individuali, se non c’è un gruppo, rischiano di essere più che altro caotici. Sapremo essere di nuovo squadra. Con quali uomini?
Ho parlato con Galli, gli ho spiegato le caratteristiche che desidero nei giocatori. Bisognerà vedere quanti accetteranno di venire a Verona, non tanto per l’ambiente quanto per la situazione di classifica. Una cosa è certa: chi indossa i colori gialloblù non deve dimenticare nemmeno per un attimo che questa è una maglia importante. Voglio giocatori che in campo diano tutto e che prima di tutto abbiamo valori morali. Lo sottolineo: valori morali.
Uomini, prima che calciatori.
Crede di farcela?
Nonostante le difficoltà, sì. L’importante è crederci tutti, avere bene in mente che cosa il Verona deve tornare ad essere. Un passo alla volta, però: prima la salvezza, Cominciamo con il cedere ad altri l’ultimo posto.
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Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.